
Indagati da tutte e tre le procure di Taranto, Lecce e Brindisi, i presunti autori della truffa sui falsi attestati di Operatore socio sanitario sono stati arrestati ieri dalla Guardia di finanza di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica leccese. Tra gli ideatori del sospetto raggiro il manduriano Fabio Di Maggio di 32 anni finito ai domiciliari con la moglie Elsa Occhilupo di 36 anni. Misure cautelari ai domiciliari anche per Claudio Rusciano, 42 anni, di Fragagnano, Michelangelo Sirsi, 53 anni, di Fragagnano e Cosimo Di Giacomo, 55 anni, di Sava.
Secondo l’accusa i coniugi manduriani avrebbero ricoperto il ruolo di amministratori di fatto della società di formazione, pur non avendo cariche formali dal 2018, occupandosi, da quanto appurato dagli investigatori, della gestione dei profitti illeciti in attività di compravendita di quote societarie, immobili o altre operazioni effettuate da società ritenute a loro collegate.
La contestazione riguarda il rilascio di attestati ritenuti materialmente falsi, recanti loghi, immagini e timbri contraffatti dell’Unione Europea, delle Regioni Puglia, Abruzzo e Campania, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Ministero dello Sviluppo Economico, a favore di ignari allievi dislocati su tutto il territorio nazionale, convinti di poterli utilizzare per attività lavorative presso strutture sanitarie pubbliche e private.
Tantissimi giovani, alcuni dei quali residenti in Puglia, a Manduria e nei comuni delle tre province salentine, si erano affidati ai percorsi formativi in questione, pagando fino a 3.000 euro a corso, con la speranza di un impiego lavorativo che qualcuno aveva anche ottenuto per poi perderlo quando la truffa venne a galla. La società di formazione, infatti, sarebbe risultata non iscritta nel prescritto Registro Prefettizio delle Persone Giuridiche e, pertanto, non in possesso dei requisiti legali per essere accreditata presso la Regione, tra cui la Puglia.
I proventi delle attività delittuose sarebbero stati poi riciclati attraverso la creazione di numerose società che a loro volta avrebbero realizzato operazioni di compravendita di azioni societarie/ immobili e cessione per contanti per circa 1.400.000 euro. Accogliendo le richieste del pubblico ministero titolare del procedimento, il gip presso il Tribunale di Lecce ha emesso oltre all’ordinanza di custodia cautelare il sequestro preventivo nei confronti della fondazione e del dominus per somme complessivamente superiori ad 1 milione di euro. Fondamentale la collaborazione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, che sta curando l’oscuramento e l’inibizione dei siti internet e dei social media. Sono in corso di esecuzione, su tutto il territorio nazionale, perquisizioni domiciliari e sequestri nei confronti delle 250 società collegate alla fondazione, grazie alla preziosa collaborazione dei Reparti del Corpo e del Nas dell’Arma dei Carabinieri di Lecce, Napoli e Salerno.
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1 commento
Marco
gio 5 maggio 2022 12:34 rispondi a MarcoLi sordi pi l'avvocato li tennu ??? 🧟® Cè famiiaa