
Qualche giorno prima che gliela bruciassero, la macchina della volontaria della protezione civile era stata rigata e cosparsa con l’alcol. Ma anche suoni di campanello a tarda sera e addirittura un tentativo di sfondare la porta d’ingresso. Tutto questo su una donna che vive sola in casa. C’è più che preoccuparsi insomma, soprattutto a Manduria già teatro di brutte storie di vessazioni a persone fragili.
Questi i nuovi particolari inquietanti di cui sarebbe vittima la donna la cui auto è stata incendiata da uno sconosciuto ripreso dalle telecamere di sorveglianza ma non identificabile.
C’è da pensare insomma ad una vera e propria persecuzione mirata che sta portando la vittima a vivere un incubo. Un giallo che si infittisce e una vittima di stalking che chiede aiuto: “Cosa devo fare di più a chi mi devo rivolgere? Ho avvertito anche le autorità che alle dieci di sera mi suonano alla porta! Ho paura”, confessa turbata la volontaria.
È stremata e non riesce più a riposare la notte. Non si fida di nessuno e teme un altro attacco: “L’anno scorso quando ho trovato la porta aperta di casa – dice scossa -, ho deciso di andare anche dal sindaco”. E qualche giorno fa la volontaria ha deciso di recarsi nuovamente dal primo cittadino, Gregorio Pecoraro, dopo l’ultimo attentato incendiario: “Mi ha detto che parlerà ancora con le autorità competenti per i controlli, ma io qui non vedo nessuno”, si sfoga la donna. Che aggiunge. “Capisco che non possono piantonarmi casa con un poliziotto, ma vorrei più controlli perché ho paura anche per la mia famiglia”, dice.
Un’angoscia perenne che non le da tregua e sensi di colpa continui la investono. “Non capisco cosa ho fatto di grave per meritare questo gesto – confessa -. Non ho idea a chi mi devo rivolgere. Solo un santo mi potrebbe aiutare”.
A quasi un anno di intimidazioni e vessazioni, la donna ha finalmente deciso di chiamare il centro antiviolenza. “Mi hanno fatto parlare con un avvocato il quale mi ha detto che mi avrebbe richiamato una sua collega, ma non so altro”, ammette la donna. Già in passato si era rivolte ad altre figure di sostegno psicologico. Lo aveva fatto in estate alle prime avvisaglie di violenze. “Ho avuto solo quattro incontri con una psicologa, ma le paure sono tornate”. E riecheggiano nella mente della volontaria che si logora dal pensiero di essere nuovamente colpita. “Ho paura ad uscire anche a piedi perché io non ho idea di chi possa volermi così male”.
Un tormento senza fine e un’indagine in corso per i carabinieri della stazione di Manduria ancora a caccia dell’attentatore seriale.
Marzia Baldari
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2 commenti
Realtà
sab 16 aprile 2022 11:53 rispondi a RealtàSi tratta di atti commessi da delinquenti emarginati dalla societa e MUERTI TI FAME
Pina
sab 16 aprile 2022 07:00 rispondi a PinaLe autorità si devono muovere adesso , le parole dette o scritte non servono a.nulla. Ci vogliono fatti perché non accada l'irreparabile.