
Sono state chieste pene pesanti per gli imputati del processo alla Cupola manduriana accusati dall’antimafia di aver diretto e fatto parte di un’organizzazione malavitosa per il controllo del mercato della droga e del crimine nella città Messapica e nel circondario. Al termine della sua requisitoria nell’aula bunker del Tribunale di Lecce, il pubblico ministero della Procura distrettuale antimafia, Milto Stefano De Nozza, ha chiesto per i 37 imputati che hanno scelto l’abbreviato, condanne di carcere per tre secoli e sanzioni pecuniarie per una somma pari a 398mila euro.
Le condanne più severe, venti anni già ridotti dal rito alternativo, sono stati chiesti per i presunti componenti delle «Cupola», Giovanni Caniglia, Nazareno Malorgio e Walter Modeo. Sarebbero loro, secondo la pubblica accusa, i promotori e organizzatori della compagine mafiosa. Solo 6 anni di carcere per il quarto presunto componente della Cupola, l’imprenditore Elio Palmisano per il quale De Nozza ha chiesto 6 anni di reclusione riconoscendogli le attenuanti generiche. Palmisano che al momento dell’arresto dirigeva la società sportiva del Manduria calcio, aveva chiesto e ottenuto di essere ascoltato dagli inquirenti così come hanno fatto altri due imputati, Gianluca Attanasio e Domenico Alessandro Andrisano. Riconosciute anche a loro le attenuanti grazie ai quali la richiesta è stata di 4 anni di reclusione a testa. Né pentiti o collaboratori di giustizia, tecnicamente la loro posizione è quella dei «dichiaranti».
I loro verbali di interrogatorio depositate nella disponibilità delle parti, contengono numerosi omissis.
Così le altre richieste: Alessandro Andrisano, 12 anni; Mario Buccoliero 12 anni, Alessandro Caniglia 10 anni; Giovanni Caniglia 20; Emidio Carella 6 anni e 4 mesi di reclusione; Andrea Ridge Carrozzo 4 anni e 4 mesi; Martin Caushaj un anno e 8 mesi; Pierluigi Chionna 10 anni; Antonio Cioffi 6 anni e 4 mesi; Valentino Corradino 4 anni; Francesco De Cagna 6 anni e 4 mesi; Gregorio De Stratis 12 anni di reclusione; Teresa Dimitri 6 anni e 4 mesi; Giuseppe Filardo 10 anni; Cosimo Iunco 10 anni; Maurizio Malandrino 14 anni; Raffaele Malandrino 14 anni; Nazareno Malorgio 20 anni; Vincenzo Mazza 4 anni e 4 mesi; Fabio Mazzotta 4 anni e 4 mesi; Gianvito Modeo 10 anni; Walter Modeo 20 anni; Raffaele Pagano 2 anni; Antonio Pangallo 6 anni; Emanuele Pastorelli 4 anni e 4 mesi; Angela Maria Pedone 12 anni; Giuseppe Policastro un anno e 8 mesi; Dario Portogallo 10 anni; Maurizio Scialpi 4 anni e 4 mesi; Pietro Spadavecchia 12 anni; Antonio Stano 4 anni e 4 mesi; Michele Antonio Trombacca 10 anni di reclusione.
Ieri è toccato discutere anche all’avvocato Cosimo Romano in rappresentanza del comune di Manduria costituito parte civile. Il penalista che ha confermato le pene avanzate dal pubblico ministero ha fatto notare la delicatissima posizione della città Messapica reduce da un provvedimento di scioglimento per infiltrazione mafiosa. L’avvocato Romano ha messo in luce i danni all’economia e all’immagine dell’intera comunità manduriana.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Massimo Mero, Giuseppe Masini, Salvatore Maggio, Sergio Luceri, Alessandro Cavallo, Lorenzo Bullo, Antonio Liagi, Cosimo Parco, Michele Fino, Francesco Fasano, Dario Blandamura, Giuseppe Presicce, Giuseppe Giulitto, Francesca Coppi, Fabio Falco, Cosimo Micera, Manolo Gennari, Raffaele Missere, Lucia Missere, Franz Pesare, Armando Pasanisi, Cinzia Filotico, Mario Rollo, Gianluca Parco e Sara Piccione. Prossima udienza il 21 gennaio.
Nazareno Dinoi
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