Ancora due manduriani coinvolti in inchiesta di mafia. E questa volta si tratta della potente consorteria della ndrangheta. Sono stati arrestati ieri su mandato della procura antimafia di Reggio Calabria, i manduriani Walter Modeo e Matteo Mero, il primo già in carcere per l’inchiesta sulla presunta cupola mafiosa manduriana, il secondo fermato a Torino. Devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
I loro nomi compaiono nel lungo elenco dei 57 finiti in carcere ieri perché coinvolti nell’inchiesta denominata «Crypto» coordinata dalla procura antimafia di Reggio Calabria che indaga su un traffico internazionale di droga gestito dalle ’ndrine calabresi.
Nella lista anche due leccesi, i fratelli Vito e Antonio Marco Penza, finiti pure in una recente indagine della procura antimafia leccese ma già processati e condannati con pesanti pene.
Oltre che in Calabria, il blitz di ieri mattina ha impegnato circa 400 finanzieri in Sicilia, Piemonte, Puglia, Campania, Lombardia e Valle d'Aosta. Complessivamente sono 93 gli indagati tra cui esponenti di spicco della 'ndrina Cacciola-Certo-Pronestì che, secondo la Procura, avevano messo in atto un'organizzazione transnazionale capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal nord Europa e dalla Spagna e di piazzarla in buona parte delle regioni italiane e anche all'estero. L'inchiesta calabrese nasce da una precedente operazione che nel 2017 consentì di sgominare una consorteria composta da elementi di vertice delle cosche Molé-Piromalli di Gioia Tauro e Pesce-Bellocco di Rosarno.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa 80 chili di cocaina che una volta immessa in commercio avrebbero fruttato all’organizzazione più di 4 milioni di euro. Sarebbe inoltre emerso che tra aprile e novembre del 2018 l'organizzazione criminale avrebbe movimentato, oltre a quelli sequestrati, altri 140 chili di cocaina.? Tra le organizzazioni criminali destinatari dei carichi di droga, negli atti dell'inchiesta figurano diversi e autonomi gruppi delinquenziali tra cui quelli dei quattro salentini arrestati.
Il manduriano Modeo, tra questi, sta già facendo i conti con l'antimafia leccese che lo accusa di far parte della cupola mafiosa che insieme agli altri manduriani, Nazareno Malorgio, Giovanni Caniglia e Elio Palmisano avrebbe controllato lo spaccio di droga a Manduria e in tutto il circondario Messapico.
Nazareno Dinoi
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
2 commenti
Willy G
mer 15 settembre 2021 07:08 rispondi a Willy G...al di la di tutto, la droga si vende perchè c'è chi la consuma! E' la legge del mercato: domanda/offerta, finchè ci sono i deficienti che la consumano ci saranno sempre gli spacciatori! Quindi il problema è nella società malata!!!
Marco
gio 16 settembre 2021 09:38 rispondi a MarcoGiustissimo, ma è altrettanto vero che anche l' offerta genera la domanda: smartphone e social media, oltre a tante nuove invenzioni. Io toglierei la patria potestà a quei genit*li/ genitori che fanno uscire di casa i ragazzini con ben 20 euro che li mettono in bella vista nella cover del cellulare... I genit*li/genitori di oggi sono la gioventù bruciata di ieri... ??