
Il suo nome è Martina, non ha ancora compiuto quattro anni e vive con i genitori a Sava. La sua storia mette ancora una volta a nudo quella parte della sanità che non funziona. È una bimba fragile, la malattia autoimmune di cui soffre da quando aveva cinque mesi, non le permette di respirare senza l’aiuto delle macchine e di vivere come tutte le bambine della sua età.
Ha bisogno di assistenza continua specializzata che con l’inizio della pandemia si è drasticamente ridotta. Da maggio del 2020, il personale infermieristico che prima andava a casa per sei ore al giorno, dal lunedì al sabato, si è più che dimezzato con l’attuale presenza di un'unica infermiera, dipendente di una società esterna convenzionata con la Asl, che interviene solo per tre ore e per tre volte alla. I suoi genitori, disperati, si sono rivolti a don Gianni Mattia, cappellano dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce che con l’aiuto dei social ha fatto il miracolo: il suo post che ha fatto il giro della Rete, ha raggiunto l’assessore regionale alla Salute, Pier Luigi Lopalco il quale ha messo in moto gli ingranaggi che per la piccola Martina si erano fermati un anno fa. Gli stessi ingranaggi, racconta il padre di Martina, che due anni fa spinsero il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ad interessare gli uffici della Asl di Taranto a prendersi cura di Martina. Sollecito che con l’arrivo del Covid è stato dimenticato.
«Siamo davvero avviliti e sconfortati, non è possibile che ogni volta debba essere la stampa o Facebook a far muovere le cose», commenta Enzo, il papà di Martina che l’altro ieri ha ricevuto la rassicurante telefonata dell’assessore Lopalco. «Io e mia moglie siamo speranzosi ma anche un po’ diffidenti per quello che ci è accaduto», confida l’uomo che ieri ha avuto un incontro con la direttrice del distretto socio sanitario di Manduria, la dottoressa Gloria Saracino la quale ha assicurato un nuovo piano di interventi personalizzato per la piccola Martina. «Martedì prossimo ci hanno detto che faranno un sopralluogo a casa per vedere quello che serve alla nostra Martina, spero sia la volta buona», fa sapere Enzo che con un lavoro di operaio edile e con l’aiuto della moglie Anna porta avanti la piccola famiglia composta da due figlie, Martina che compirà quattro anni e la sorellina di nove anni.
«Ringrazio don Gianni che ha fatto sempre tanto per la nostra Martina», ripete l’uomo. Ha conosciuto la prima volta il parroco leccese quando ha avuto bisogno di un’ambulanza per accompagnare Martina a Roma dove viene seguita da un centro specializzato nella cura delle malattie gravi. La «bimbulanza», come viene chiamato il mezzo di trasporto attrezzato per i bambini, viene messo a disposizione gratuitamente da un’associazione leccese presieduta dal parroco, «Cuore e mani aperte», che offre ogni genere di assistenza ai bambini fragili e alle loro famiglie. È ancora una volta il religioso a farsi portavoce della sofferenza della giovane coppia savese portando allo scoperto altre assenze del sistema sanitario pubblico. «Da due anni – dice – la famiglia di Martina attende l’assistenza neuro psicomotoria perchè tra non molto la piccola dovrà andare a scuola perché è un suo diritto; il suo papà e la mamma vivono nell’angoscia mentre le istituzioni sono assenti», conclude il religioso inconsapevole ancora che le sue parole, almeno per ora, hanno dato inizio a quello che, si spera, possa dare le giuste risposte alla sfortunata Martina.
Nazareno Dinoi
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1 commento
L.B.
sab 3 luglio 2021 10:46 rispondi a L.B.Questi genitori meritano tanto aiuto, auguro loro che non vengano più lasciati soli e soprattutto vorrei dire loro : siete dei genitori speciali..ci vuole tanta forza per andare avanti in situazioni simili, non mollate mai ! Forza Martina ???? Un abbraccio virtuale