
Il sito individuato dal Comune di Manduria per il nuovo centro di raccolta rifiuti di San Pietro in Bevagna, era quello più adatto? E soprattutto, il punto in questione, vìola qualche diritto amministrativo e individuale? Sono alcune domande a cui dovranno dare risposta i giudici del tribunale amministrativo di Lecce chiamati ad esprimersi sulla materia da un ricorso presentato da alcuni proprietari di immobili adiacenti all’area interessata dall’opera già in fase di realizzazione.
La cosiddetta isola ecologica, in effetti un deposito di inerti e ingombranti e di rifiuti speciali altrimenti non conferibili con il normale porta a porta, viene messa così in discussione da un gruppo di cittadini che, affidandosi ad un collegio difensivo composto dagli avvocati Antonio Eugenio Casto e Maria Luisa Avellis, hanno deciso di rivolgersi alla giustizia amministrativa impugnando gli atti relativi all’individuazione del sito in località «Acquarone» marina di Manduria. Il progetto esecutivo era stato approvato dalla precedente commissione straordinaria della città Messapica, mentre la firma del contratto con la ditta aggiudicataria e il successivo avvio dei lavori, sono stati autorizzati dall’attuale amministrazione politica guidata dal sindaco Gregorio Pecoraro.
L’area in questione, dove sono state già effettuate le opere di fondazione e recinzione del cantiere, si trova sulla litoranea interna «Tarantina» a circa 1500 metri dalla località balneare di San Pietro in Bevagna, marina di Manduria, in una zona residenziale interessata da civili abitazioni, alcune delle quali addirittura adiacenti all'ecocentro. L’infrastruttura, peraltro, ricade nel parco ricreativo del Gal, Gruppo di azione locale Terra del Primitivo, adibito ad area pic-nic con giochi per bambini, costato all’incirca 150 mila euro di fondi europei.
All’ingresso del futuro centro di raccolta rifiuti, c’è ancora il pannello che identifica la zona come «Itinerario 5», un percorso naturalistico che dalla vicina Masseria della Marina porta all’altra masseria di Rosa Marina attraverso le distese di macchia mediterranea. ?Ad aggiudicarsi la gara con un ribasso del 32,78%, su una base d’asta di trecentomila euro, è stata l’impresa salentina, «Edilia Restauri s.r.l.»
L’amministrazione comunale retta da una maggioranza gialloverde (Movimento 5 stelle, civici e partito dei Verdi), non prende le distanze dalle scelte fatte da chi l’ha preceduta, convinta della necessità, per il territorio, di avere un servizio in grado di accogliere quella parte di rifiuto destinata altrimenti ad inquinare le campagne circostanti. Quella dei rifiuti abbandonati nelle marine è diventata una vera emergenza ambientale favorita anche dalla decisione dell’amministrazione di rimuovere i cassonetti esistenti sulla litoranea.
Con il ricorso presentato, la parola passa ora alla giustizia amministrativa. I giudici del Tar di Lecce fisseranno l’udienza per rispondere alla richiesta di sospensiva degli atti relativi all’individuazione del sito. Quasi sicuramente l’esito definitivo si tratterà nella decisione di merito.
Nazareno Dinoi
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1 commento
Giudici Ecco
dom 14 marzo 2021 04:33 rispondi a Giudici EccoSono certo che i giudici di Lecce daranno una risposta nel futuro senza data certa.