Venerdì, 26 Aprile 2024

Cronaca

All'ospedale di Brindisi, presentata denuncia in Procura

Dimessa il giorno prima, perde il feto di 7 mesi

Ospedale Perrino Brindisi Ospedale Perrino Brindisi | © Redazione

Dimessa dal reparto di ostetricia perché «andava tutto bene e i posti letto servivano», il giorno dopo la corsa in ospedale ma il bambino che da sette mesi aveva in grembo è nato purtroppo morto. Si è concluso con questo dramma il desiderio di maternità e paternità di una giovane coppia di manduriani, 29 anni lei, 30 lui, che per questo ora chiedono sia fatta giustizia per il loro Mattia. Assistiti dall’avvocato Giuseppe Brunetti, i due ieri hanno depositato una querela alla Procura della Repubblica di Brindisi chiedendo di indagare i medici che hanno avuto in cura la donna e il suo bambino mai nato. I fatti risalgono alla fine del mese di novembre scorso. Un’incredibile sequenza di ricoveri e di richieste di aiuto, perché qualcosa non andava in quella gravidanza, sulle quali ora sarà la magistratura brindisina e fare piena luce. Al terzo mese di gravidanza la donna aveva lamentato dei leggeri dolori alla pancia e per questo il suo ginecologo di Francavilla Fontana le aveva consigliato riposo con della terapia di mantenimento. Sino al settimo mese tutto era andato bene poi, il 23 novembre, altri dolori violenti al basso ventre hanno costretto la gravida a farsi accompagnare dal marito all’ospedale di Francavilla Fontana dove veniva ricoverata. Dopo la visita e in accordo con il proprio ginecologo, la donna ha firmato le dimissioni ma il giorno successivo nuovi dolori al basso ventre e questa volta con perdite ematiche.
Dal Camberlingo di Francavilla dove si era nuovamente recata, la gravida veniva trasferita d’urgenza all’ospedale di Brindisi perché, secondo i sanitari, stava per partorire prematuramente. Al Perrino, però, niente parto e la donna rimaneva ricoverata in osservazione per cinque giorni. Il 29 novembre la ventinovenne veniva dimessa con l’indicazione di «regolari controlli ostetrici» e di tornare «in caso di complicanze».
Tornata a Manduria la tregua è durata solo una notte perché appena il giorno dopo i sintomi sono tornati più forti di prima. Nuova corsa al Perrino di Brindisi dove la manduriana, secondo quanto scrive nella sua denuncia, sarebbe stata lasciata per un’ora in attesa al pronto soccorso prima di essere portata in reparto. Finalmente ricoverata, alle 17 il marito riceve la chiamata che lo informava dell’imminente parto della moglie, ma giunto in ospedale si scontrava con la terribile realtà: il battito del cuore del bimbo si era fermato. Alle prime luci dell’alba del primo dicembre, il corpicino senza vita di Mattia veniva fatto nascere. «Il nostro bambino era completamente formato e abbiamo deciso di fare il funerale perché per noi è ancora vivo», faranno scrivere sulla denuncia i poveri genitori che non si danno pace.
Nella querela non mancano gli sfoghi e la rabbia della coppia. «Un bambino nato morto – si legge – dopo essere stata dimessa più volte perché andava tutto bene e i posti letto in ospedale servivano, perché nessuno, anche poche ore prima, dopo aver eseguito tracciati ed ecografie, non si è accorto che il cordone a loro dire “si era strozzato”, privando della vota il nostro piccolo». Nella stessa denuncia, l’avvocato Brunetti ha chiesto il sequestro di tutta la documentazione clinica della donna, in particolare quella che documenterebbe l’ora di attesa nel pronto soccorso del Perrini prima di essere ricoverata.
Nazareno Dinoi

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