Nuovi guai con la giustizia per l’ex presidente del Manduria Calcio, Elio Palmisano e per Walter Modeo, già implicati entrambi nell’inchiesta dell’antimafia di Lecce sulla «Cupola» manduriana. I due che erano già in carcere per quella indagine, sono ora accusati di tentata estorsione ai danni del titolare di una pizzeria di San Pietro in Bevagna, marina di Manduria. Per questo il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto, ha emesso nei loro confronti due misure cautelari, ai domiciliari per Palmisano e in carcere per Modeo. Sono indagati a piede libero anche la presunta vittima dell’estorsione e un altro imprenditore titolare di un esercizio pubblico situato nella stessa località balneare che devono rispondere di favoreggiamento. Le indagini condotte dai carabinieri della città Messapica, erano partite da due attentati incendiari, il primo fallito e il secondo portato a segno, avvenuti a maggio e giugno del 2019 ai danni di una gelateria dello stesso posto. Il primo tentativo era saltato per l’intervento di un vigilante della Cosmopol che aveva notato una persona versare del liquido sul davanzale del locale e alla sua vista allontanarsi velocemente dopo aver lanciato una carta accesa che fortunatamente non innescò l’incendio. Un mese dopo l’attentato andò a segno provocando danni agli infissi esterni e all’insegna della gelateria. I carabinieri della compagnia di Manduria che avviarono le indagini per risalire agli autori dei due episodi criminali, iniziarono un’attività di intercettazione delle utenze telefoniche del titolare della gelateria presa di mira dagli attentatori, di altri imprenditori che operavano nelle vicinanze e di alcuni pregiudicati del posto tra cui Modeo.
Ma la telefonata che ha attirato l’interesse degli investigatori è stata quella captata tra il titolare della gelateria e un suo collega gestore di una pizzeria. Quest’ultimo raccontava di essere stato avvicinato da un certo Walter che gli imponeva di chiudere il locale e di tenerlo aperto solo il sabato e la domenica. Dalla telefonata emergeva inoltre che il presunto estorsore era accompagnato da un uomo, suo presunto complice.
I carabinieri a quel punto acquisirono le registrazioni delle telecamere di sorveglianza di un’attività commerciale situata nelle vicinanze della pizzeria che avevano registrato la presunta vittima mentre discuteva animatamente con due persone, riconosciute come Modeo e Palmisano. Secondo gli inquirenti, proprio in quell’incontro i due indagati avrebbero esternato la richiesta estorsiva alla loro vittima.
Approfondendo le indagini, al fine di acquisire conferme sui sospetti, i carabinieri hanno dovuto fare i conti con un sospetto atteggiamento omertoso dei due imprenditori indagati i quali, sentiti in qualità di persone informate sui fatti, entrambi avrebbero negato di aver ricevuto richieste estorsive e minacce riconducibili alle loro attività.
I due arrestati affronteranno ora l’interrogatorio di garanzia difesi dai loro avvocati di fiducia, Lorenzo Bullo e Cosimo Micera. Il pubblico ministero che ha coordinato le indagini ed ha chiesto le misure restrittive è la dottoressa Ida Perrone della Procura ionica.
Nazareno Dinoi
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.