
Il numero dei positivi a Manduria resta stabile sopra la soglia delle duecento unità. Il sindaco Gregorio Pecoraro, come da ultimo bollettino ufficiale ricevuto dalla Prefettura, rende noto che al 26 dicembre risultano 206 manduriani positivi al Covid. Di questi, sono 50 i cittadini già ospedalizzati. Inoltre, 29 persone risultano essere in stato di sorveglianza e isolamento fiduciario.
Nei giorni prima di Natale, aveva fatto molto discutere il comunicato stampa dello stesso sindaco che “ridimensionava” i dati del bollettino della Prefettura, gettando un alone di diffidenza sulle comunicazioni ufficiali. La nota stampa di Pecoraro informava «che i dati potrebbero essere poco attendibili poiché da molti giorni non vengono depennati dall'elenco dei positivi i pazienti ormai guariti dal Covid» e che tale «situazione problematica nella gestione dei dati» sarebbe stata confermata anche dal Dipartimento di prevenzione della Asl e non costituirebbe una personale valutazione del sindaco. «Pertanto – proseguiva il comunicato - il numero degli attualmente positivi potrebbe essere ragionevolmente inferiore a quello che ci viene comunicato». E su questa affermazione i negazionisti ci avevano beatamente banchettato.
«Continueremo a comunicare i dati ufficiali – concludeva il primo cittadino di Manduria -, ma suggeriamo di valutare solo le variazioni rispetto al bollettino precedente e non i totali che al momento non risultano attendibili».
Questo tipo di valutazioni, soprattutto se figlie di una figura istituzionale, oltre a generare confusione, delegittimano il lavoro della Prefettura, articolazione territoriale dello Stato centrale.
Le autorità conferite al Prefetto toccano peraltro anche il personale ispettivo delle stesse aziende sanitarie locali: e ciò basterebbe per sancire una sorta di “primato” delle fonti in questo ambito, considerato poi che il bollettino ufficiale deriva proprio dall’ente – la Prefettura appunto - competente nella gestione di tutti i “servizi di emergenza” a livello provinciale in situazioni straordinarie come quella relativa al Coronavirus.
In molti casi inoltre, il “via libera” dell’Asl viene rilasciato prima dell’effettiva negativizzazione clinica. Escludere questi cittadini dal conteggio dei positivi, quindi, può essere solo il frutto di un’interpretazione arbitraria e personale che le figure istituzionali dovrebbero “maneggiare con cura”.
Gianpiero D’amicis
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