Sono trascorsi sei anni da quando un terribile incidente ha spezzato la vita del marito di Amelie, morto lo stesso giorno in cui lei ha dato alla luce il loro unico figlio, Samuel. Da quel momento, la giovane donna vive un’esistenza cupa e desolante, assieme a quel bambino che ama tanto ma che, allo stesso tempo, la spaventa. Il piccolo Samuel, infatti, è un bambino complicato, tanto da essere espulso da scuola e da essere allontanato da tutti i suoi amichetti. La situazione peggiora quando il ragazzino trova in casa un vecchio libro per bambini, The Babadook, che, a seguito di una prima lettura, fa materializzare nelle loro vite una misteriosa creatura che li tormenterà e li imprigionerà nella loro stessa casa. Puntualmente, da dieci anni a questa parte, ogni film horror in uscita viene pubblicizzato come “Il più spaventoso dell’anno” e, puntualmente, ci si trova davanti a delle trame riciclate e per niente terrificanti. Non c’è da stupirsi, quindi, se il pubblico sia diventato estremamente scettico nei confronti delle nuove produzioni. Questa volta, però, anche lo spettatore più scettico non resterà deluso. The Babadook è innanzitutto un horror psicologico. Nella prima parte della pellicola la regista Jennifer Kent analizza la psicologia della protagonista, raccontando la sua depressione e la sua incapacità di superare il lutto dell’amato marito. Le scene si susseguono lentamente, come a rimarcare il senso di vuoto e di apatia che attanaglia la vita di Amelie. Un ruolo decisivo è svolto dai colori e dalle inquadrature. Le scene diventano sempre più scure dal momento in cui Samuel trova il libro e Babadook entra nelle loro vite, allontanando amici e parenti ed esasperando le psicosi di una donna che da vittima si trasforma in carnefice. Interessante è l’ambivalenza sulla quale gioca tutta le pellicola. La presenza dell’uomo nero, infatti, viene utilizzata come pretesto per raccontare la follia e la disperazione di una donna che, da sola, deve combattere contro il suo demone più oscuro. La domanda che alla fine ci si pone è una sola: Babadook è una forza oscura della quale liberarsi oppure è semplicemente la trasposizione del nostro lato più oscuro? Ambivalente è anche il sentimento che Amelie prova nei confronti del figlio. Al naturale e incondizionato amore materno, si contrappone una rabbia mai dichiarata, figlia della convinzione di lei che suo marito non sarebbe morto se non fosse stato per l’imminente nascita di Samuel. Madre e figlio sono rispettivamente interpretati da Essie Davis e Noah Wieseman. Le loro performance sono intense e realistiche, grazie anche al lavoro di sceneggiatura, particolarmente dettagliato ed analitico. Per concludere, The Babadook è un horror diverso da tutti gli altri e del quale si sentiva la mancanza, uno degli horror più riusciti degli ultimi anni e, quindi, sicuramente imperdibile per tutti gli amanti del genere. Voto 4/5 Sabrina Lanzillotti[email protected]
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