
Cozze nere coltivate in zone di mare avvelenato dalla diossina e dagli idrocarburi cancerogeni. Interi giardini galleggianti di mitili destinati ad alimentare un mercato illegale che intossicava le tavole ed anche il commercio regolare dei frutti di mare. Su questo hanno messo le mani ieri i carabinieri del comando provinciale di Taranto e del Nas con il supporto della Capitaneria di porto e della Guardia costiera. In un'operazione congiunta, i militari hanno sequestrato una tonnellata circa di cozze nere e tre imbarcazioni con i relativi motori fuori bordo in uso ai mitilicoltori abusivi che sono stati denunciati. Il blitz scattato la notte scorsa ha interessato le aree del Mar Grande e del Mar Piccolo già interdette alla coltivazione di frutti di mare. Nella rete sono finite otto persone, sette pescatori tarantini e un imprenditore titolare di una pescheria di Grottaglie tutti denunciati a piede libero per rispondere, a vario titolo, di produzione, detenzione e commercializzazione di sostanze alimentari nocive.
Le forze dell’ordine hanno sorpreso i sei pescatori a bordo di imbarcazioni sulle quali trasportavano le cozze appena raccolte. Uno di loro mentre stava già vendendo abusivamente sul molo il prodotto appena prelevato. Il titolare della pescheria, infine, è stato fermato a bordo di un automezzo refrigerato sul quale aveva appena caricato 60 chilogrammi di mitili ed era diretto al proprio esercizio situato nelle vicinanze.
Secondo gli investigatori, la merce così coltivata veniva venduta a commercianti che erano ben consapevoli di acquistare cozze allevate in ambiente inquinato che pagavano a prezzi nettamente inferiori, fino al 50 percento in meno, di quelli del mercato legale.
L’attività conclusa ieri con l’individuazione degli otto indagati e il sequestro delle cozze destinate al macero, è nata da una segnalazione arrivata ai carabinieri di Taranto che denunciava l’illecita coltivazione e prelievo dal primo seno del Mar Piccolo di cozze adulte pronte per la commercializzazione ed il consumo. Secondo il denunciante la raccolta avveniva anche dopo il 31 marzo, data entro cui, secondo l’apposita ordinanza regionale, devono essere raccolti i mitili allo stato di “seme” per essere reimpiantati in acque non inquinate. L’attività investigativa eseguita con l’ausilio di registrazioni video e appostamenti anche nelle ore notturne, ha consentito l’individuazione di alcune imbarcazioni del tipo gozzo a motore, a bordo delle quali i mitilicoltori abusivi si recavano a raccogliere cozze adulte pronte per essere immesse sul mercato. Dopo aver monitorato e documentato le illecite operazioni, i militari dell’Arma e della capitaneria hanno organizzato il blitz concluso alle prime luci dell’alba di ieri.
All’operazione hanno partecipato circa 25 uomini a bordo di 10 autovetture dei carabinieri della compagnia e del Nas di Taranto supportati da due mezzi nautici della Guardia Costiera. Resta da capire da quanto durava tale coltivazione e quali e quanti canali di distribuzione ha alimentato tale mercato a danno della salute di inconsapevoli consumatori.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto
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