
La sua prima cicatrice su una guancia quando ancora era nelle pancia della mamma. Responsabile la mano disattenta del medico che la stava facendo nascere con un parto cesareo.
L'episodio, come riporta oggi il Quotidiano di Taranto, è accaduto all’ospedale di Martina Franca agli inizi dello scorso mese di agosto, ma la notizia si è diffusa oggi con la richiesta dei genitori di risarcimento danni e costituzione in mora dell'Asl di Taranto. Un tentativo di risoluzione bonaria dell'incidente a cui potrebbe seguire un lungo procedimento civile in tribunale.
Così racconta Quotidiano. Per la bimba che chiameremo Antonella, quando sarà in grado di capire e chiederà ai suoi genitori di quella sua piccola cicatrice sul volto, scoprirà che è stato un taglio avuto quando non aveva ancora emesso il primo vagito.
Per i suoi genitori invece il giorno della nascita, già di per sé impresso nei loro ricordi, lo è diventato ancora di più per quello choccante ricordo del minuscolo volto di Antonella con quel cerotto che lo copriva per metà.
Un imperdonabile incidente di percorso, era stato spiegato a mamma e papà sconvolti da quella immagine che facevano fatica a comprendere. Il giorno prima la giovane coppia si era presentata piena di gioia al Valle d'Itria per l'appuntamento della vita. Era stato tutto programmato per il taglio cesareo che avrebbe dato alla luce la bimba che già nel pancione tutti chiamavano con il suo nome. Dopo gli esami di routine la futura mamma era entrata in sala operatoria per l'attesissimo momento. Antonella voleva nascere in fretta e l'unico modo per farlo senza rischi era quello del taglio chirurgico. Un'operazione di basso livello di rischio come tanti altri fatti nel punto nascite di Martina, unico per tutto il versante orientale della provincia (oltre al centralissimo Santissima Annunziata di Taranto), preferito anche dalle gravide provenienti dai vicini comuni della provincia di Bari.
Tutto sembrava andare per il meglio ma qualcuno ha fatto quello che non doveva quando la neonata era ancora avvolta nel sacco amniotico. Forse proprio nel tagliare la membrana, la mano che impugnava il bisturi o un altro arnese tagliente, ha bucato la delicata guancia della piccola. Qualche millimetro più su avrebbe colpito l'occhio. Il seguito è andato come doveva, il primo pianto, tutti i valori nella norma tranne quella minuscola ferita sanguinante sullo zigomo sinistro che i sanitari hanno accostato dei cerotti speciali chiamati «steri-strip» per evitare altre cicatrici dell'ago di sutura. Così, per tutto il periodo della breve degenza, la piccola è stata fotografata e ammirata dai parenti con quel vistoso cerotto che le copriva la guancia. Tornati a casa e medicata la ferita secondo le indicazioni dei medici dell'ospedale, i genitori hanno elaborato quanto accaduto alla loro bimba realizzando così che sarebbe cresciuta con quel marchio. Due mesi dopo, la decisione di affidarsi ad un legale per chiedere che qualcuno pagasse quell'errore. Ad occuparsene è stato l'avvocato Francesco Ferretti che prima di iniziare un tortuoso iter processuale ha cercato la strada dell'accordo aprendo comunque un contenzioso con la Asl per il risarcimento concordato dei danni. Nella lettera si richiama l'evento accaduto nella sala chirurgica dell'ospedale martinese dove «la puerpera si sottoponeva ad un intervento di taglio cesareo e durante l'esecuzione la nascitura subiva una lesione da taglio allo zigomo». Dall'ufficio rischio clinico della Asl non è ancora arrivata risposta.
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