Giovedì, 1 Maggio 2025

Salento Puglia e mondo

“Il problema che sto affrontando mi fa vivere di alti e bassi. Momenti in cui mi sento più forte, altri in cui si fa fatica a essere lucidi. Ho prudenza nel parlare di quello che sto vivendo"

La morte di Frizzi, l'ultima intervista

Fabrizio Frizzi Fabrizio Frizzi | © Google

Se ne è andato uno dei volti più noti della televisione italiana: è morto Fabrizio Frizzi. A dare l’annuncio è la famiglia del conduttore in una nota. «Grazie Fabrizio per tutto l’amore che ci hai donato». Così la moglie Carlotta, il fratello Fabio ed i familiari. Frizzi, 60 anni, si è spento nella notte all’ospedale Sant’Andrea di Roma, in seguito ad una emorragia cerebrale.

Il 23 ottobre scorso Frizzi venne colto da un malore, una ischemia, durante la registrazione di una puntata dell’Eredità. Venne ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma dove fu dimesso alcuni giorni dopo. Il conduttore tornò in tv a dicembre, sempre alla guida del programma di RaiUno. Lo scorso 5 febbraio ha compiuto 60 anni.

L'ultima intervista

Il problema che sto affrontando mi fa vivere di alti e bassi. Momenti in cui mi sento più forte, altri in cui si fa fatica a essere lucidi. Ho prudenza nel parlare di quello che sto vivendo. Alla guarigione completa non sono ancora arrivato, sto facendo una terapia e mi sono completamente affidato a una straordinaria squadra di medici”: parole di Fabrizio Frizzi che al settimanale Gente ha raccontato della sua malattia. “Non sgarro – ha aggiunto – seguo tutto quello che mi indicano di fare e combatto. Combatto come un leone ogni giorno per vincere questa battaglia. E quando avrò finito, e speriamo finisca bene, potrò raccontare. Tra un mese o forse un po’ di più, saprò come stanno andando le cure. I medici ogni tanto mi danno buone notizie, ma dosano bene le parole. Con certe malattie non si scherza”.

E ancora: “I primi tre giorni, quando ero ricoverato nel reparto di terapia intensiva, sono stati drammatici. Temevo che la vita fosse cambiata definitivamente. Non sapevo se sarebbe tornato un assetto di normalità. La grande fortuna è stata essermi alzato in piedi quasi subito. E poi, con calma, aver ricominciato a camminare, a uscire. E, a metà dicembre, riprendere a lavorare: un carburante pazzesco. I medici mi hanno spinto a riattivarmi“.

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