Per quattro imputati dell’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Lecce intitolata “Impresa”, che il 4 luglio dello scorso anno ha portato all’arresto di 27 persone tra politici, imprenditori e pregiudicati sospettati di far parte di una colonna della sacra corona unita, gli inquirenti dovranno ricominciare tutto daccapo. L’altro ieri, infatti, in sede di udienza preliminare, il gup del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, ha riconosciuto le eccezioni di incompetenza territoriale della Procura leccese sollevate dagli avvocati Lorenzo Bullo e Raffaele Missere, per i rispettivi clienti: gli imprenditori manduriani Cosimo Abete e Massimiliano Pedone, difesi da Bullo, e Giuseppe Antonio Salvatore Margheriti e Domenico Margheriti, sindaco ed ex vicesindaco di Erchie, difesi da Missere. I legali hanno convinto il gup (si era invece opposto il pubblico ministero Milto De Nozza) che per il reato di corruzione contestato ai loro assistiti è competente la Procura della Repubblica di Brindisi e non quella antimafia di Lecce. E che gli stessi capi d’accusa, inoltre, non erano gravati dalla “mafiosità”. Questo comporterà la trasmissione di tutti gli atti alla Procura ordinaria della Repubblica di Brindisi che dovrà assegnare un pubblico ministero a cui toccherà studiarsi le carte, riformulare la chiusura delle indagini e chiedere il rinvio a giudizio. Il gip che si occuperà del nuovo caso dovrà poi fissare la data dell’udienza preliminare per la discussione. In quella sede la difesa farà il suo gioco chiedendo contributi testimoniali, acquisizione di documenti e così via prima dell'eventuale processo.Tutto dovrà concludersi con la sentenza entro settembre 2019, data in cui scatterebbe la prescrizione.
Diversa la posizione di tutti gli altri imputati che saranno giudicati a Lecce. Tranne per sedici di loro che hanno chiesto il rito tradizionale con eventuale dibattimento e sentenza, nei confronti dei restanti 56 che hanno invece optato per il rito abbreviato, potrebbe arrivare la sentenza in tempi relativamente brevi, addirittura entro la prossima estate.Il 27 aprile è fissata la seconda udienza preliminare nel corso della quale saranno discusse le posizioni di chi non ha chiesto l’abbreviato. Per gli altri, poi, si procederà speditamente per arrivare alla sentenza di primo grado scontata di un terzo. La situazione più critica, in questo caso, sarà di chi è ancora in carcere dal blitz del 4 luglio scorso. L'eventuale condanna con pene consistenti, costringerà molti di loro a restare in galera senza lasciare il carcere e sino all'espiazione.
N.Din.
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