
Ci sono dei retroscena che meritano di essere raccontati nella storia del mancato tesseramento al Partito democratico da parte del sindaco e di una decina tra assessori e consiglieri comunali a lui fedeli. Costoro, come è noto, avevano presentato la domanda on line sperando così di bypassare la direzione commissariale del partito cittadino che, avuta notizia di questo, aveva presentato ricorso al competente organismo provinciale. Questo aveva cercato una sorta di conciliazione tra i due gruppi chiedendo al sindaco Pecoraro l’adesione formale del suo gruppo a quello già costituito all’interno del consiglio comunale rappresentato dai consiglieri Domenico Sammarco e Gregorio Gentile. Accettare questo sarebbe significato per il sindaco una sottomissione al suo acerrimo nemico, Sammarco, già candidato sindaco rivale battuto per pochi voti e tra i più infaticabili oppositori della sua sindacatura.
Il primo cittadino a questo punto, forte anche della recente alleanza con la “signora delle tessere”, Maria Grazia Cascarano che nel frattempo aveva rinunciato alla sua candidatura alla segreterai del partito lasciando il posto ad un fedelissimo di Pecoraro, ha inviato alla commissione provinciale un memoriale nel quale disconosce il gruppo del Pd di Manduria. Una mossa dispotica e azzardata che ha indispettito i vertici provinciali del partito che nella riunione del 10 febbraio, giorno precedente il congresso in cui si sarebbe dovuto votare per eleggere il presidente delle sezioni di Manduria e di Uggiano Montefusco, decidono il definitivo rifiuto dell’ingresso del gruppo Pecoraro.
La posizione del sindaco, scrivono i commissari provinciali, «offende non solo i componenti del gruppo (consiliare, ndc), ma anche i compagni del circolo e l’intera federazione del Pd di Taranto. Pertanto – si legge nel verbale -, dagli elenchi online devono essere tolti i tesserati amministratori del Comune di Manduria con compresi nel gruppo Pd».
La mattina del 11, giorno del congresso, poi sospeso, da Taranto veniva trasmesso al sub commissario cittadino, Teo De Cillis, l’elenco aggiornato degli iscritti con diritto di voto che non comprendeva i circa dieci “Gregorios”. All’apertura del seggio, un altro colpo di scena: si presenta una garante tarantina con un altro elenco dove magicamente ricomparivano i nomi dei dieci del gruppo del sindaco che i provinciali avevano escluso.
Da qui le perplessità degli iscritti locali che hanno chiesto parere al provinciale che ha così annullato le operazioni di voto, oramai compromesse per il voto di alcuni iscritti dell’elenco non ufficiale che nel frattempo si erano presentati alle urne.
Si attendo ora che il Pd regionale nomini un commissario che avrà il compito di organizzare il congresso per l’elezione della segreteria e del segretario. A cui, salvo altri colpi di scena o la modifica dei regolamenti nazionali, il gruppo del sindaco non potrà comunque partecipare né tesserarsi.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
3 commenti
Gregorio
mer 15 febbraio 2023 02:05 rispondi a GregorioVabbè, ma a volte le etichette, soprannomi e aggettivi😳, più o meno offensivi si avvicinano alla realtà !!🤣
giovanni cazzato
mer 15 febbraio 2023 10:06 rispondi a giovanni cazzatoMa sempre la stessa musica da parte del super direttore alla ricerca di clic. Non riesce proprio a fare ameno di etichette, soprannomi e aggettivi, più o meno offensivi, ma comunque irrispettosi per indicare le persone?
Vincenzo
mer 15 febbraio 2023 08:26 rispondi a VincenzoSiamo uomini o caporali? La democrazia, il cui significato, chi ha studiato ha compreso a scuola, per alcuni, fortunatamente pochi, ma incredibilmente tutti concentratisi a Manduria, ha mutato significato, trasformandosi in autocrazia. Al peggio non c'è mai fine? Oramai il (di)credito di questi individui non solo ha varcato il territorio manduriano ma, senza dubbio, quello della decenza.