
Un fucile a canne mozze rubato a Manduria è servito per un attentato mortale compiuto in un comune della provincia di Trapani. La vicenda viene fuori dalle carte della Corte d’appello del Tribunale nisseno che ha accolto la revisione del processo che ha visto condannare per omicidio, in via definitiva, a 30 anni di reclusione due giovani siciliano che ora sperano in un nuovo processo che sarà fatto a Caltanissetta.
La Corte di Cassazione nel mese di aprile del 2021 aveva confermato la sentenza di condanna a 30 anni di reclusione per due fratelli alcamesi: Francesco e Vincenzo Gatto, accusati dell’omicidio di Enrico Coraci avvenuto ad Alcamo nella notte del 21 dicembre di sette anni fa. In primo grado erano stati condannati all’ergastolo dal gup del tribunale di Trapani.
L’omicidio fu preceduto da una lite scoppiata a suon di pugni e ceffoni davanti ad un locale “Fame Chimica” poi chiuso dai carabinieri. Dopo la lite un nuovo incontro al Villagio regionale, per un chiarimento. Francesco Gatto si presentò, assieme al fratello Vincenzo, con un fucile a canne mozze, matricola abrasa, risultato rubato proprio a Manduria. Non si hanno notizie sulla circostanza del furto avvenuto nella città messapica tantomeno si conoscono particolari sulla sua provenienza e proprietà. Sta di fatto che l’arma trafugata ha fatto un giro di centinaia di chilometri per uccidere una persona.
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