
«La potenzialità di un pericolo grave per l’incolumità pubblica – si legge nella sentenza - è sufficiente a giustificare il ricorso all’ordinanza contingibile e urgente, anche qualora essa sia nota da tempo o si protragga per un periodo senza cagionare il fatto temuto, posto che il ritardo nell’agire potrebbe sempre aggravare la situazione». Così il Tar di lecce ha respinto i ricorsi presentati dai titolari delle tre attività commerciali di Torre Colimena, un ristorante, una pescheria e un negozio di generi alimentari, la cui attività è stata sospesa per pericolo di crollo.
Lo scorso 3 marzo il sindaco di Manduria, Gregorio Pecoraro, aveva firmato una ordinanza di chiusura per la presenza di uno smottamento dei margini della strada litoranea che ha creato una frattura del terreno poco distante dai tre fabbricati in questione.
Trascorsi due mesi dalla chiusura senza ricevere nessuna rassicurazione sulla riapertura, le tre imprese avevano dato mandato ai rispettivi legali per un’opposizione al Tribunale amministrativo regionale che nella camera di consiglio di ieri si è espresso respingendole tutte e tre.
Gli imprenditori, rappresentati dagli avvocati Davide Parlatano, Maria Ernesta Bianco e Mario De Marco, avevano chiamato in causa il sindaco di Manduria, firmatario dell’ordinanza e il Ministero dell’Interno in quanto titolare di un eventuale risarcimento del danno subito qualora l’ordinanza fosse stata annullata. Gli avvocati Danilo Brunetti difendeva il comune mentre il Ministero era rappresentato dall’avvocato Giovanni Pedone per l’avvocatura di Stato.
Per il presidente della terza sezione del Tribunale amministrativo, Enrico D’Arpe, che trattato la causa, l’ordinanza del sindaco è giustificata dal potenzialmente pericoloso per l’incolumità pubblica.
I giudici non si sono espressi sulla richiesta di risarcimento dei danni subiti per la chiusura forzata che due delel tre attività, la pescheria e il negozio alimentari, avevano quantificato in cinquantamila euro. Argomento che non è stato accennato nelle motivazioni.
Inutili anche le perizie tecniche presentate dai ricorrenti secondo le quali lo smottamento del canale che aveva già causato la caduta di detriti in mare, non metteva in pericolo la stabilità dei fabbricati situati a distanza di sicurezza. «Le differenti conclusioni cui giungono i consulenti tecnici della parte ricorrente, in relazione al dissesto e alla rotazione di parte del banco calcarenitico e al fenomeno di scalzamento dell’argine di destra idraulica del Canale a mare di Torre Colimena - motiva il giudice -, non appaiono pienamente convincenti».
Quasi certo il ricorso al Consiglio di Stato per impugnare questa sentenza che non convince gli avvocati delle tre imprese. Nel frattempo nessuno degli uffici interessati, comune di Manduria, Capitaneria di Porto e consorzio di bonifica Arneo, ha ancora messo in conto interventi di consolidamento della frana.
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8 commenti
Nunzia
dom 21 maggio 12:13 rispondi a NunziaIo credo per salvare torre colimena e sanpietro e e specchiarica il sindaco Pecoraro deve lasciare la poltrona lui e i suoi seguaci perché stanno degradando il litorale per poi scendere
Gregorio
ven 19 maggio 21:49 rispondi a GregorioEcco la soluzione: demolire il tutto, ridare la bellezza su tutto il litorale ..e, non solo, il Comune si deve IMPEGNARE a trovare una nuova locazione ( magari possibilmente di fronte) per i tre proprietari delle attività commerciali !! Troppo bello per essere vero !!
Vincenzo
ven 19 maggio 17:22 rispondi a VincenzoIn molte occasioni sono sorpreso delle azioni intentate da soggetti che, interessati dagli effetti di un atto amministrativo di una pubblica amministrazione, anziché impugnare il provvedimento, perché privo di quei necessari principi fondamentali di diritto, prendono a pretesto la situazione venutasi a determinare, intentando azioni risarcitorie che andrebbero diversamente reclamate. Avverso l’inerzia degli Enti coinvolti, attuerei una diversa azione. I danni di cui si reclama il risarcimento andranno provati e, non solo, ipotizzati. Tralascerei l’ulteriore ricorso al Consiglio di Stato. Potrebbe dichiarare la propria incompetenza.
Cittadino illustre
ven 19 maggio 13:15 rispondi a Cittadino illustreGiusto così. Andate avanti che forse qualcuno che faccia demolire quei ruderi si trova!!!
Gennaro
ven 19 maggio 11:34 rispondi a GennaroSolita arroganza,il NERONE ha Angeli raccomandati nei Tribunali per questo si evince Dittatura e arroganza.Opinione???
Realtà
ven 19 maggio 10:54 rispondi a RealtàEra ovvio che avrebbero respinto
Gioia conti
ven 19 maggio 09:51 rispondi a Gioia contiSe la narrazione dei fatti è corretta, ciò che sgomenta è la lentezza della pubblics amministrazione negli interventi di manutenzione e ripristino del territorio.
Lorenzo
ven 19 maggio 08:25 rispondi a LorenzoPenso che le sfortunate vicissitudini accadute e che potrebbero accadere alla Colimena, finiranno quando la natura sarà rispettata. Ovviamente partendo dal ritornare a dare pulita e fruibile a tutti la storica spiaggetta dalla sabbia bianca. Chi non rispetta la natura alla fine paga il debito che la natura stessa ci porta. Vedere l' Emilia Romagna e non solo. Opinioni