
Il consiglio comunale di Taranto si è sciolto dopo che 17 consiglieri (tra maggioranza e opposizione) hanno firmato le proprie dimissioni dal notaio Francesco Campi.
A mandare a casa il sindaco Melucci e la sua giunta sono stati Mario Pulpo, Cataldo Fuggetti, Federica Simili, Antonino Cannone, Cosimo Festinante, Giampaolo Vietri, Stefania Baldassari, Marco Nilo, Carmela Casula, Antonella Cito, Rita Corvace, Massimo Battista, Floriana De Gennaro, Vincenzo Fornaro, Massimiliano Stellato, Salvatore Brisci, Salvatore Ranieri.
Ecco cosa scrive il gruppo consiliare “Una Città per Cambiare”.
Oggi 16 novembre 2021, abbandonato dalla sua stessa maggioranza, viene sfiduciato il sindaco Rinaldo Melucci. Oggi cade l’impero di malgoverno e malagestione della cosa pubblica, costruito da un Sindaco che, sin da subito, ha dimostrato una scarsissima attitudine alla guida di una città splendida e complessa come Taranto.
A distanza di tre anni esatti da quel 14 novembre in cui il consigliere Battista si fece promotore di una raccolta firme tra i colleghi consiglieri, oggi cala il sipario su una amministrazione che, per sopravvivere, ha cercato sempre nuove alleanze, si è retta su sodalizi sempre più improvvisati e trasversali, fino a raggiungere l’ex citiano Ciraci, con il solo scopo di rimpinguare i numeri sempre più risicati della maggioranza.
Quella di oggi per noi rappresenta una vittoria morale nei confronti di chi ci ha tacciati di disfattismo. La caduta di Melucci, decretata inesorabilmente da 17 consiglieri, anche appartententi alla sua stessa maggioranza e molti dei quali rappresentati in Giunta da uno o più assessori, è la prova del fatto che in questi anni, con le mani libere da nomine e regalie varie, siamo stati solo megafono di un malcontento generale. A poco sono serviti gli equilibrismi del buon Rinaldo che, tra una delega, un assessorato e un affidamento diretto, ha speso questi 4 anni e mezzo a lavorare più per se stesso che per Taranto.
Melucci sarà ricordato come il sindaco che ha coperto la città di lussuosi ed enormi tappeti sotto i quali nascondere la polvere che auspichiamo sarà riportata alla luce dalla Procura e dalla Corte dei Conti a cui, negli anni, abbiamo denunciato più volte una gestione quantomeno discutibile del danaro pubblico.
In primavera la città sarà chiamata a scegliere i suoi nuovi amministratori. Che la matita diventi nelle cabine un potentissimo strumento di riscatto, scegliendo chi della difesa di questa meravigliosa e sfortunata terra ha fatto una missione di vita.
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4 commenti
Giancarlo
mar 16 novembre 2021 10:02 rispondi a GiancarloUn gruppetto di cosiddetta opposizione, appoggiato da qualche opportunista, fa una manovrina di palazzo andando dal notaio, sperando di allungare le mani sul bottino della quota pnrr destinata a Taranto. La brutta-minicopia di quanto avvenuto a livello nazionale: Conte portò a casa i soldi dall'Europa e l'infiltrato Renzi fece la congiura per sostituirlo con Draghi, persona di altissima qualità, ma più sensibile alla nordista confindustria. Ma gli andrà male. I tarantini sanno che le spese iperboliche strombazzate dai congiurati, erano lungimiranti investimenti e sanno di essere in malafede riguardo alle nomine nelle municipalizzate, fatte non per fedeltà, ma per merito ed onestà. E lo mostreranno nelle urne. Mai con fdi e lega, complici di Mittal e Benetton!
betty
mar 16 novembre 2021 11:02 rispondi a bettymalgoverno e malagestione? non ci posso credere... Taranto grazie a questo sindaco stava cambiando finalmente forma e sostanza.. che tristezza.. non abbiamo nessuna possibilità di ricrescita
Antonietta Bianchi
gio 18 novembre 2021 10:48 rispondi a Antonietta BianchiSono d'accordo,mi sembra una brava
Enzo Caprino
mar 16 novembre 2021 09:57 rispondi a Enzo CaprinoE' la risposta a chi ha strombazzato ai quattro venti la ricandidatura.