Sabato, 4 Maggio 2024

Salento Puglia e mondo

Preoccupante anche la media giornaliera dei decessi attribuiti alle complicanze dell’infezione virale

Covid, nel tarantino numeri che spaventano, settimana pre pasquale nera

Covid provincia Taranto Covid provincia Taranto | © La Voce di Manduria

La diffusione del virus in tutta la Puglia fa segnare ancora numeri che spaventano la provincia di Taranto dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 574 nuovi casi in più. Numeri mai avuti sinora in un territorio praticamente graziato nella prima ondata e che sta pagando un conto salato in questa seconda fase pandemica. L’incremento medio dei nuovi positivi in questi ultimi tre giorni è stato del 53%.

La settimana nera pre pasquale, poi, ha fatto saltare ogni barriera di contenimento del virus con 2.437 nuovi casi segnalati da domenica 28 marzo a ieri. Quasi il 20% dei contagiati pugliesi nello stesso periodo sono tarantini. La provincia ionica, sempre nella stesa settimana presa in esame, è prima in Puglia nel rapporto tra nuovi positivi e popolazione: 422 contagiati ogni 100.000 residenti nel tarantino, contro la media regionale che è stata del 315 per centomila. (Dati sempre riferiti all’ultima settimana).

Preoccupante anche la media giornaliera dei decessi attribuiti alle complicanze dell’infezione virale: 6,8 morti al giorno, 48 nell’ultima settimana tra Taranto e provincia. Anche qui la catena dei lutti pugliesi per Covid ha una quota importante nel tarantino: ogni cento decessi in Puglia, 23 provengono dall’area ionica. Sempre qui, solo nella giornata di ieri, gli annunci dei morti attribuiti alla Sars-Cov2 sono stati dieci, avvenuti tutti negli ospedali Covid. Sfugge a questo dato il numero dei decessi a domicilio.

La gravità della situazione è contenuta sempre nei dati ufficiali dei bollettini epidemiologici. Da gennaio a dicembre 2020, i contagiati tarantini sono stati 11.115 e in questi primi tre mesi dell’anno sono cresciti del 178% arrivando al dato dei 30.920 di ieri. In alcuni comuni i sindaci cercano di correre ai ripari preoccupati di quanto potrebbe accadere in questo ponte pasquale. Ieri il Comune di Manduria ha fatto girare per le vie della città la macchina con il megafono che invitava gli abitanti a restare in casa il più possibile.

L’onda d’urto si abbatte sugli ospedali e sui servizi territoriali addetti all’assistenza domiciliare. Ieri la situazione dei posti letto in tutti i presidi della Asl ionica dedicati al coronavirus, era la seguente. I pazienti che avevano trovato posto nei reparti erano 398, oltre ad almeno una trentina seguiti negli ambienti dell’osservazione breve dei pronto soccorso. Da tre mesi ininterrottamente i due reparti bersaglio degli effetti del virus, la pneumologia e le malattie infettive, segnano il tutto pieno mentre nei due reparti di terapia intensiva si lavora con l’affanno. Il periodo più drammatico per le richieste di posti Covid è quello della notte. In quella trascorsa tra venerdì e sabato, l’ospedale Covid di Manduria ha chiuso i cancelli chiedendo alla centrale operativa del 118 un periodo di tregua. Stessa cosa è accaduto al Santissima Annunziata di Taranto dove esiste una piccola sezione Covid affidata al personale del pronto soccorso.

L’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto ieri ospitava in tutto 77 pazienti di cui 28 negli infettivi, 26 nella pneumologia e 23 in rianimazione. L’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria, unico presidio totalmente riservato ai malati Covid, ne aveva in cura 66 tra medicina, ortopedia e chirurgia e 7 nella rianimazione. In quest’ultimo reparto progettato per cinque posti, sono stati già utilizzati due letti aggiuntivi. Il San Pio di Castellaneta ne curava 55 in medicina e 8 nell’osservazione breve, altri 37 al Valle d’Itria di Martina Franca e 59 al San Marco di Grottaglie. A Taranto città, i pazienti sintomatici positivi sono affidati alla clinica privata Santa Rita e all’ospedale Militare che ieri occupavano rispettivamente 37 e 20 posti. Infine il presidio post acuzie di Mottola che assiste 37 pazienti che hanno superato la fase critica dell’infezione.

Nazareno Dinoi su Quotidiano

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