
Piaccia o no, l’ex sindaco di Manduria, Roberto Massafra, ma anche i suoi assessori eletti e i consiglieri della sua maggioranza (praticamente tutti, ma proprio tutti per almeno una volta), saranno ricordati nella storia di Manduria come quelli che hanno portato l’onta della mafia nella politica. Politicamente parlando per alcuni (la maggioranza per fortuna), letteralmente per altri, se infiltrazione mafiosa c’è stata, i manduriani non potranno maledire se non loro. Magari dopo si scoprirà che non era vero niente e che tutti i 74 inquisiti sono innocenti. Può essere. E allora tutti malediremo la giustizia che non fa giustizia. Ma anche in quel caso, a meno di un improbabile ricorso al Tar che cancelli il decreto di scioglimento, i libri di storia locale continueranno ad accostare Roberto Massafra e la sua amministrazione, all’onta di oggi. A niente varranno le loro giustificazioni nel dire che non sono indagati e che sono moralmente e penalmente puliti. Ed è vero. E’ pur vero, però, che se condizionamento mafioso c’è stato nell’attività amministrativa, non si può nascondere il fatto che a quella amministrazione tutti si sono abbeverati. Chi per un posto in Consiglio, chi per un’alzata di mano e chi per un appoggio in giunta. E così via. Il sindaco più di tutti perchè, ripeto, se è vero, ad esempio, che c’è stato il voto di scambio, quel voto, proprio quel voto, uno o dieci o mille, è servito a farlo eleggere. E se è vero, come si legge nelle carte dell’inchiesta, che è stata la criminalità a decidere quale ruolo dovesse ricoprire un elemento della sua maggioranza, ripeto, della sua amministrazione, ecco che sarà ancora più difficile per lui allontanare dal suo nome la vergogna di oggi.Una sfortuna per lui, lo ammetto. Avesse fatto almeno qualcosa di buono per Manduria, un ricordo positivo, almeno uno, i Manduriani glielo avrebbero dedicato.
Nazareno Dinoi
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