Sabato, 5 Luglio 2025

Giudiziaria

La Cassazione rinvia per la discussione al ribasso

Aggressione con l’ascia: “era stato provocato”

Assalto con l'ascia Assalto con l'ascia

Processato per tentato omicidio e condannato in primo grado a 9 anni e mezzo di reclusione per avere aggredito con un’accetta un uomo finito in rianimazione, la pena gli era stata ridotta in appello a 6 anni e due mesi. Ora per un rumeno che vive a Manduria si prospetta un’altra riduzione della pena. Difeso dagli avvocati Cosimo e Gianluca Parco di Manduria, l’uomo di 29 anni ha presentato ricorso in Cassazione che ha annullato la sentenza della Corte d’appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, limitatamente alla circostanza attenuante della provocazione con rinvio per un nuovo giudizio su tale punto e sul trattamento sanzionatorio.

La corte che sarà chiamata a rivedere la causa relativamente al punto richiamato dai giudici supremi, dovrà considerare l’attenuante generica che era stata invece negata dai giudici dell’appello. La difesa del rumeno che ha chiesto ed ottenuto l’annullamento con rinvio, ritiene infatti che il 29enne sia giunto ad aggredire l’uomo con l’accetta solo all’apice della rabbia scatenata da molteplici episodi di molestie che sarebbero stati compiuti dalla sua vittima nei riguardi della figliastra minorenne dell’imputato.

La Suprema Corte di Cassazione, all’esito dell’udienza dello scorso 11 gennaio 2023, ha accolto la tesi presentata dall’avvocato Parco rinviando gli atti alla Corte d’appello di Lecce che dovrà dunque adeguarsi alla decisione dei giudici di Roma e applicare un ulteriore diminuzione alla pena avuta in secondo grado. Sospiro di sollievo dunque per il rumeno (attualmente agli arresti domiciliari) che a seguito della decisione della Cassazione può concretamente sperare di vedersi riconosciuta una pena più bassa che tenga conto delle ragioni che lo avrebbero spinto a commetter un gesto tanto efferato.

Il 13 aprile del 2021 a Manduria nei pressi del Fonte Pliniano accadde un episodio che salì agli onori della cronaca per la sua violenza. Sulla pubblica via era iniziata una violenta colluttazione tra due cittadini manduriani, D. A. di anni 53 e C. A. di anni 54, che iniziarono a percuotersi violentemente in strada anche con l’uso di armi bianche. La situazione degenerò quando sul posto accorse il rumeno.

La furiosa rissa, secondo l’imputato scoppiata per dissidi con risvolti mai chiariti riguardanti comunque il presunto interesse del 54enne per la figliastra del rumeno, avvenne nel pomeriggio del 13 aprile in una strada molto trafficata perché vicina ad un centro commerciale della città del Primitivo. Ad avere la meglio fu il rumeno che con la parte piatta di un’ascia colpì la vittima ad un fianco rompendogli la milza. Il ferito fu soccorso e portato prima all’ospedale di Manduria e dopo in quello di Tricase dove fu operato e ricoverato in rianimazione in fin di vita. Dopo circa un mese di cure l’uomo fu poi dimesso.     

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3 commenti

  • Giuseppe Pino
    sab 21 gennaio 2023 12:47 rispondi a Giuseppe Pino

    Secondo me le forze de ordine non hanno preso seri provvedimenti nei confronti della vittima visto che sapevano bene chi e . Per me il rumeno doveva uscire più pulito,anche perché e incensurato e motivato ,visto che ha anche denunciato il tuo e ha anche collaborato e non se dato alla fuga come l'altro. Poi tutta questa pubblicità di ferocità su questo rumeno,non capisco e.

  • Gregorio
    gio 19 gennaio 2023 02:44 rispondi a Gregorio

    Mahh!!! Secondo la mia logica se il rumeno non ha usato l'accetta dalla parte tagliente ma dalla parte piatta significa che non era intenzionato ad RINVIGORIRE la vittima!!! Perciò, chi sbaglia paga. Che la giustizia faccia il suo cammino di ENTRAMBI le parti !!

  • Pierangelo Chianura
    mer 18 gennaio 2023 09:26 rispondi a Pierangelo Chianura

    A mio parere per logica se il rumeno non ha usato l'accetta dalla parte tagliente ma dalla parte piatta significa che non era intenzionato ad uccidere poi bisognerebbe sentire la figlia minorenne per comprendere la realtà dei fatti.

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