Giovedì, 25 Aprile 2024

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Introspezioni di un medico dell'emergenza quando ripone il camice nell'armadio e lo chiude a chiave

Addio al Pronto Soccorso, l'epilogo del mio amore tossico

Gemma Bellavita Gemma Bellavita

Oggi è il nostro ultimo giorno insieme. Sì, ho deciso di lasciarti. Sei stato un grande amore. Quando ti ho incontrato avevo già un amore, di quelli tranquilli, direi quasi scontato; avevo programmato tutto e prima o poi, nonostante qualche sgarbo, avrei coronato il tutto con un bel tempo indeterminato nella disciplina per la quale avevo studiato tanti anni.

Nel corso di questi primi anni però ho conosciuto te PS; le prime volte ti ho incontrato malvolentieri, ho cercato di evitarti, ma erano gli anni ’80 e ai turni interdisciplinari del ps non si poteva sfuggire. Ho cominciato ad apprezzarti. Eri bello certo, come quegli uomini belli e maledetti quasi sprezzanti. Mi aspettavi e mettevi alla prova me, povera ginecologa, facendomi incontrare politraumi, edemi polmonari, infarti, ictus, crisi d’ansia, overdose, crisi di astinenza, grandi anziani pluripatologici…

Ma vigilavi, mi mandavi i colleghi dei reparti ad aiutarmi, mi incoraggiavi man mano nel tempo a fare da sola. Io studiavo… Sembrava tutto così troppo, il reparto di appartenenza mi reclamava. Non è stato un colpo di fulmine ma ho cominciato a vacillare. Il mio primo amore mi aveva deluso. Non aveva creduto sufficientemente in me e allora ho allontanato entrambi. Ho fatto una scelta diversa, mi piaceva mettermi alla prova. Per alcuni anni ho creduto di aver trovato la mia strada, avevo i miei pazienti, il mio ambulatorio… Continuavo ad  incontrare il mio primo amore per il quale avevo un affetto sincero ma non mi faceva più battere il cuore. Ho ricominciato a pensarti PS, ho ricominciato a pensare ai nostri momenti, alcuni bellissimi altri tristissimi, ai successi, ai fallimenti ma sempre col cuore in sintonia. Poi ti ho rivisto, più bello e maledetto che mai. Lo sapevi che sarei tornata, mi aspettavi e io mi sono buttata in questo amore bello, travolgente nuovo ogni giorno. Eri cresciuto nel frattempo, avevi i tuoi medici, diventavi sempre più forte, avevi sempre più il gioco in mano. Mi piaceva la nuova sfida e ho dato tutta me stessa per te, insieme con il mio primo e unico direttore e i miei compagni di viaggio.

Il tempo passava e il nostro amore cresceva, insieme cambiavamo, eravamo giovani, scrivevamo su una pagina bianca. E io continuavo a studiare… si, perchè tu pretendevi  tanto da me e infondo eri ancora un pò geloso del mio primo amore, anzi eri tanto geloso e hai fatto in modo che la normativa mi impedisse di frequentarlo anche solo in intramoenia. “Meglio dai”, mi dicevo. In fondo erano quasi una rottura quegli appuntamenti.  Ora ero tutta tua.

Abbiamo cambiato nome, sede, per un po’ ci siamo anche impoveriti ma poi la svolta: tu DEU 2° livello, io Direttore. Sarebbe dovuto essere un periodo bellissimo e per un pò lo è stato. Io insieme con i mei compagni di viaggio continuavamo a mettercela tutta ma tu? E’ stato  difficile, abbiamo vissuto momenti di crisi, ci siamo sollevati ma ogni volta sempre meno.  E noi a dare sempre tutto.

Lo so, non è stata solo colpa tua… Ma io sono arrivata a pensare che il nostro fosse ormai quello che ora si chiama amore “tossico”. E allora devo lasciarti. Sei stato il mio amore più grande e tale resterai ma so anche che subito tu volgerai lo sguardo verso qualcun altro. E’ giusto cosi ma ti prego, guardati un po’ dentro, ritorna ad essere il giovane bello e un po maledetto, ma mettici un po’ di tenerezza in più nei confronti di chi inevitabilmente ti amerà con tutto se stesso. Ce la puoi fare lo so!

Gemma Bellavita, direttore Dipartimento emergenza urgenza Santissima Annunziata di Taranto. In pensione.

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