“Grave stato di salute incompatibile con il regime carcerario”. Con questa motivazione ieri il 44enne di Sava, Cosimo Storino, tra gli indagati dell’inchiesta “Impresa” sui presunti intrecci mafia-politica, ha lasciato il carcere dove era rinchiuso dal 4 luglio dello scorso anno per passare ai domiciliari. Storino che è difeso dall’avvocato Fabio Falco, è accusato di far parte della frangia savese guidata da Giuseppe Buccoliero legato a sua volta al clan riconducibile al manduriano, Antonio Campeggio, detto “scippatore”, presunto capo del sodalizio dedito alle estorsioni, traffico di droga e con interessi nella gestione della cosa pubblica. Storino nell’udienza preliminare dello scorso 20 marzo ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato.
Gli indagati dell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, conta in tutto 76 nomi tra pregiudicati, imprenditori e politici del versante orientale della provincia di Taranto e del brindisino che devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa finalizzata alla gestione di attività illecite, quali le estorsioni, il riciclaggio di merce rubata, l’acquisizione diretta e indiretta di attività economiche, lo scambio elettorale-mafioso, e l’associazione finalizzata all’intestazione fittizia di attività economiche e al traffico di stupefacenti ma anche reati minori.
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