Quattro anni a testa per Loredana Tondo di 24 anni e sua madre Antonia Piccinni di 42 anni e tre anni per il 52enne Antonio Di Lauro. E’ la pena chiesta dal pubblico ministero del processo per favoreggiamento dell’omicidio del manduriano, Antonio Massari, il fruttivendolo di 40 anni morto il 16 febbraio del 2013, dopo nove giorni di ricovero in ospedale, per le ferite dovute all’aggressione da parte di Luigi Dalemmo, 24enne manduriano, condannato in appello per omicidio a 12 anni di reclusione.
Per l’accusa, i tre imputati difesi rispettivamente da Franz Pesare e Armando Pasanisi le donne e Francesco Di Lauto l’uomo, avrebbero favorito l’omicida nascondendo i fatti così come si erano verificati. Di Lauro che è rimasto coinvolto solo per aver avuto un contatto telefonico il giorno del delitto con chi era gravemente indiziato del delitto, ha avuto un ruolo marginale nella vicenda. Secondo la ricostruzione fatta dal gip Pompeo Carriere che aveva disposto le misure cautelari in carcere per Dalemmo e i domiciliari per gli altri tre, la vittima era stata invitata nel deposito di legna della famiglia Tondo, dove lavora Dalemmo, per un chiarimento circa un presunto interesse manifestato dal fruttivendolo nei confronti della fidanzata dello stesso omicida, Loredana Tondo. La violenta lite, avvenuta forse alla presenza di altre persone rimaste ignote, sarebbe finita tragicamente con il ferimento e poi la morte del quarantenne che sarebbe precipitato, forse accidentalmente oppure spinto da qualcuno, da un’altezza di circa tre metri. Lunedì toccherà alla difesa esporre i fatti e quindi la sentenza.
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