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Per quelli che “il Covid non esiste”, scendete con noi in questo inferno

Per quelli che “il Covid non esiste”, scendete con noi in questo inferno Per quelli che “il Covid non esiste”, scendete con noi in questo inferno | © n.c.

Da più di un anno indosso la tuta di biocontenimento, la doppia mascherina e mi porto dietro un vecchio zaino di scuola, nel quale metto il necessario per sopravvivere ad ogni turno. Ho dimenticato i miei vestiti nell'armadio, qualunque tipo di svago, gli abbracci ai miei cari, anche i semplici auguri con i nonni, perché anche tra gli affetti la distanza di sicurezza non permette un contatto. Ho passato notti insonni ad attendere che la maledetta porta del reparto covid si aprisse affinché il mio paziente potesse avere un posto caldo dove stare, ci facevamo compagnia io e i miei colleghi in una situazione che delle volte se ci penso, durante i turni, sembra quasi essere diventata paurosamente normale. Si esorcizza l'attesa con la compagnia di altri equipaggi e il messaggio di mamma e del tuo fidanzato che magari si chiedono come mai non ti fai sentire da tante ore o della nonna che ti chiama preoccupata sapendoti in quella situazione.. Ciò che molti non sanno è che sotto tutto quel panneggio bianco ci si protegge e si piange; si piange assieme ai parenti che sono costretti a veder salire in ambulanza un proprio caro, coscienti della destinazione ma non del suo destino ed in tutto quel frastuono tutto tace, diventa un silenzio intimo che scandisce le giornate. Ti trovi a chiederti quando mai potrà finire tutto questo e delle volte lo sconforto ti risponde "mai".

Perché mentre tu lavori per colmare i vuoti che questo virus sta creando, ci sono persone che pensano addirittura che il proprio egoismo le giustifichi a uscire fuori da questa bolla nella quale siamo costretti tutti. Proprio oggi mentre attendevamo fuori dal pronto soccorso, assieme ad altre ambulanze, tutti con la stessa storia a bordo, qualcuno giunto in pronto soccorso per una banalità ha sentenziato "il covid non esiste". In quel momento abbiamo compreso che non è lo sconforto a rispondere "mai" ma siamo noi con la nostra natura a far si che sia "mai".

Avrei voluto tanto che chiunque si conceda il lusso della libertà vedesse davvero in faccia ciò che stiamo vedendo noi ormai da troppo tempo. Tutti quelli che "il covid non esiste" mettessero quella maledetta tuta da "angeli" e scendessero all'inferno dove ogni giorno noi tentiamo di spegnere un fuoco sul quale loro gettano benzina e del quale non in pochi spesso rimaniamo vittime. Di una cosa ero certa sin dal principio, non ne saremmo usciti migliori, sarebbe solo venuto fuori il peggio.

In questo momento così importante della nostra storia mi sento di dire con grande forza a tutti quei giovani che volessero dare un contributo alla società, di partire da dove sono partita io con amore e tanta dedizione, senza arrendersi mai. Non sarà mai tempo sprecato, nella vita tutto ci forma, qualsiasi percorso si scelga di intraprendere. Il tempo che investi in questo lavoro non sarà mai tempo perso.

Chiara Piccione, infermiera esterna del 118

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2 commenti

  • Angela
    mar 6 aprile 2021 02:59 rispondi a Angela

    Strano che nessuno faccia commenti. Non è che Chiara abbia indovinato nel dire che così non ne usciremo mai? Ma se anche fosse cara Chiara tutte quelle e quelli come te siete già fuori dall'inferno, siete e sarete sempre nel nostro cuore, quelli di noi " che il covid esiste" Grazie.

  • Lucia
    mar 6 aprile 2021 11:44 rispondi a Lucia

    Tutti noi manduriani, l'Italia intera deve essere orgogliosa di ragazzi come te. A te va un GRAZIE di cuore, perchè siete soldati in guerra, una guerra vera, dove si muore, affinchè al più presto tutti noi possiamo tornare a vivere in pace. A te, va tutta la mia infinita riconoscenza ed immenso affetto!! Grazie Chiara

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