A dicembre del 2010, una minorenne di Manduria che passeggiava con le amiche sul corso XX Settembre fu investita da un’auto pirata che non si fermò a soccorrerla. A distanza di 8 anni, Maria Mero, oggi 23enne, racconta quella sua terribile esperienza.
«Ricordo come se fosse ieri quella sera, avrei voluto dimenticare ma difficilmente ci si riesce quando per la prima volta nella vita senti il profumo dell’asfalto e non sai, nel buio totale che ti circonda, cosa ti sta per succedere. Ho avuto tanta forza, quella stessa forza che ho trovato negli occhi di mia madre e di mio padre e delle mie sorelle.
Non è stato facile iniziare un percorso per rimettersi in sesto, ma ce l’ho fatta grazie a chi mi ha amato in quel momento difficile, non tanto per le ferite del corpo, quanto per le ferite che ti restano dentro per tutta la vita.
Forse non smetterò mai di ringraziare gli Angeli che quella sera si presero cura di me, erano un uomo ed una donna con due bambini che si occuparono di soccorrermi in quel momento e che poi non ho più incontrato.
Non smetterò mai di ringraziare la mia famiglia che si è sacrificata per darmi le giuste cure e rimettermi in piedi.
Quella sera il ragazzo che mi investì non si fermò con la macchina per soccorrermi, ma io sapevo bene chi fosse e chi oggi è quella persona.
Non gli ho mai fatto niente perché noi gente umile e di cuore non ricambiamo con la stessa moneta.
So solo che mi sarebbe bastato un semplice “scusa” da parte sua e forse parecchie ferite si sarebbero rimarginate da sole. Ma ha preferito sparire nel vuoto ed essere introvabile nel paese.
Adesso so che è un uomo felice e soprattutto so che è diventato papà di un bambino. Io non sono quella persona che augura il male a qualcuno nemmeno dopo che ne abbia ricevuto tanto da venderne.
Mi auguro che il suo bambino cresca sempre in salute e che loro siano sempre felici e contenti, mi auguro che ciò che ha fatto a me lo ricordi e lo porti sempre dentro al cuore, soprattutto ora che è diventato padre.
Spero che si renda conto che nessun genitore vorrebbe soffrire come hanno sofferto i miei genitori. E sono convinta che lui non vorrebbe mai per suo figlio quello che lui ha fatto a me.
I miei due Angeli invece non li ho mai più incontrati e spero che leggendo questa mia lettera si faranno avanti per permettermi di ringraziarli».
Maria Mero
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.