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Condotta o scarico? Comprendere i termini per comprendere il problema

Condotta o scarico? Comprendere i termini per comprendere il problema Condotta o scarico? Comprendere i termini per comprendere il problema | © n.c.

Volendo tirare le somme sulle differenti posizioni in merito al depuratore consortile di Manduria-Sava, nella speranza di fare chiarezza tra le tante prese di posizioni, alcune strumentali, altre basate solamente sulla disinformazione e quindi in buona fede, cerchiamo di trovare un accordo perlomeno sui termini. Intanto facciamo chiarezza sulla parola che spaventa e che genera confusione: la condotta sottomarina. Aqp e Regione Puglia giurano che non è più prevista. Ed è vero, in parte. Nel nuovo progetto e nelle delibere regionali in effetti la condotta «sottomarina» è stata eliminata. Ma c’è un però perchè l’unico progetto appaltato e quindi validato dalle previste autorizzazioni (compresa la parte economica) la «condotta sottomarina» esiste ancora. Però diamo fiducia ad Aqp e Regione e cancelliamo definitivamente il termine «condotta sottomarina».

Quello che non si può eliminare, detto dagli stessi tecnici della Regione Puglia e dell’Aqp, è «lo scarico a mare» che non è la stessa cosa della «condotta sottomarina» perché mentre quest ultima prevede lo sversamento in mare sempre e di tutti i reflui depurati con i rischi connessi di cui non parliamo più; l’altro, lo «scarico a mare» è quella cosa necessaria a sversare in mare i reflui che per un motivo o l’altro non possono essere smaltiti diversamente (mal funzionamento del sistema, eccessive piogge, mancato o insufficiente utilizzo irriguo dei reflui).

Riassumiamo: la «condotta» non ci sarà più, lo «scarico», invece, sì. E non lo diciamo noi. L’ultima a metterlo nero su bianco, è la direttrice del Dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologie e paesaggio, ingegnere Barbara Valenzano che nella recentissima nota, protocollo A000009 n.7937 del 28 novembre 2018, scrive: «Il sistema di scarichi e quello relativo al recapito finale prevedono l’eliminazione della condotta sottomarina». E fin qui ci siamo capiti bene. L’autorevolissima fonte continua con «la previsione di scarico sul suolo in trincee disperdenti per gli eventuali eccessi e di scarico di emergenza in caso di piogge brevi ed intense, come naturalmente avviene per tutti i bacini marino-costieri». Chiaro, no? Il depuratore (il nuovo progetto da validare, non il vecchio ancora valido) non avrà la «condotta sottomarina», ma avrà «lo scarico» come «naturalmente avviene per tutti i bacini marino-costieri» Per essere ancora più chiari ed evitare i soliti malintesi, la Valenzano lo dice nella sua nota: oltre alle «trincee disperdenti» ci sarà anche «lo scarico» (in bacino marino) ma solo per le emergenze. Questo capiamo noi. Se dobbiamo sapere altro siamo pronti a comprendere e riportare tutto con le dovute scuse.

Intanto proseguiamo l'analisi. Cosa significa per un’opera simile lo «scarico di emergenza?». Per chi vuole approfondire quest’ultimo aspetto, consigliamo di leggere il comunicato stampa dell’Acquedotto pugliese diffuso a fine agosto scorso. Ci spostiamo dall’altra parte della costa pugliese, a Forcatella, litorale di Mesagne dove esiste un depuratore di nuova generazione inaugurato agli inizi dell’estate 2017 che come quello previsto a Specchiarica recupera tutti i reflui per usi irrigui e dove il presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia, Fabiano Amati, nell’inaugurare l’opera ha parlato di reflui potabilizzati quasi da bere.

Scrive l’Aqp: «L’impianto di depurazione a servizio dell’abitato di Fasano è stato interessato nella giornata di sabato 25 agosto da un inconveniente tecnico, che ne ha compromesso, solo per alcune ore, il regolare funzionamento. Grazie, al pronto intervento dei tecnici di Acquedotto Pugliese e all’utilizzo di appropriate apparecchiature, le anomalie sono state risolte nel corso della stessa giornata, riportando ai livelli ottimali la qualità del trattamento biologico delle acque depurate. Acquedotto Pugliese – conclude la nota - precisa che l’acqua trattata dal depuratore di Fasano, rispettosa dei parametri chimici previsti per legge, è prelevata dall’attiguo impianto di affinamento ed utilizzata per uso irriguo».

La stampa locale scrive (Gofasano.it): «Gli scarichi a mare, così come confermato da più testimoni, però, non si sono avuti solo il 25 agosto ma si sono verificati per diversi giorni già da alcune settimane, in diverse ore della giornata. L’ultimo episodio risale al 25 agosto. In data 24 agosto, infatti, segnalazioni a riguardo sono pervenute alla Polizia municipale di Fasano che ha subito richiesto l’intervento della Asl, che, a sua volta, è poi intervenuta il 25 agosto, verificando lo scarico a mare, prelevando campioni di acqua da analizzare e segnalando il tutto all’Arpa».

Per concludere: il depuratore di Fasano non ha la «condotta sottomarina», ma lo «scarico di emergenza». Chiaro, ora, spero.

Nazareno Dinoi

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