È preoccupato, ma sta bene. Dorme con tutti gli indumenti addosso, pronto per scendere nei rifugi sotterranei. È Giuseppe Parato al telefono con noi del giornale, il farmacista manduriano che 17 anni fa si è trasferito nella capitale ucraina, Kiev, ora sotto assedio dai russi.
Il farmacista vive in una splendida periferia di Kyev e dalle finestre della sua abitazione fortunatamente le esplosioni sono ancora udite in lontananza. «Sono come i fuochi d’artificio» , ci racconta Parato mentre il popolo ucraino è dispiegato su diversi territori per frenare con tenacia l’avanzata russa. Nell’incertezza del domani, Parato è riuscito intanto a fare la scorta di viveri
ancora per qualche settimana. «Ho pasta e sugo Barilla per un mese e mezzo», ci rassicura.
Giuseppe non vuole lasciare la sua abitazione e il Paese ucraino che l’ha ospitato, e non può farlo: «Ho provato a contattare un mio amico tassista, ma non c’è benzina». Se Parato riuscisse a scappare al confine più vicino, la Romania in questo caso, forse non potrebbe più tornare a Kiev, un rischio che Giuseppe non vuole correre. «Non ho paura», ci dice l’uomo con fermezza, ma non nasconde l'irrequietezza di questi giorni. In perenne attesa, con un sorriso Parato ci racconta un aneddoto, «C’è una cosa che con lungimiranza ho portato a settembre in Italia, la mia Lamborghini».
Marzia Baldari
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2 commenti
Domenico
ven 4 marzo 2022 09:26 rispondi a Domenico? Pur avendo deciso di limitare i commenti, dallo SCOOP mi aspettavo più sostanza... Si parla solo dell' individuo, ancorché noto concittadino, della sua pasta, del sugo e della Lamborghini "salvata": il contenuto di una telefonata personale a un familiare. Credo che il dottore non abbia bisogno di mezzi di comunicazione gratuiti.
Antonio
ven 4 marzo 2022 08:55 rispondi a AntonioForza Pinuccio, ce la farai a lasciare questo inferno!