Sabato, 27 Aprile 2024

Salento Puglia e mondo

I suoi avvocati difensori, Franz Pesare e Enrica Giannetta, hanno convinto i giudici del Tribunale di Taranto (Licci, Lotto e Guido), che il sospettato non era lui

Rapina tabaccheria di Torre Colimena, assolto sospettato: "non era lui il bandito"

Palazzo di giustizia Taranto Palazzo di giustizia Taranto | © La Voce di Manduria

Era venuto in Italia dalla Germania per votare il rinnovo del governo nazionale e per stare qualche giorno nel suo paese d’origine, Avetrana. La permanenza nel Belpaese, però, si è protratta di altri quindici mesi, tanti quanti ne ha passati rinchiuso nelle patrie galere. La brutta avventura per Lorenzo Cosma, trentunenne avetranese emigrato in Germania, si è conclusa ieri con l’assoluzione «per non aver commesso il fatto» nel processo che lo vedeva imputato del reato di rapina a mano armata. A quanto pare, non era lui il rapinatore che lo scorso 4 marzo del 2018, giorno del voto per le Politiche, assieme ad un altro, fece irruzione in una tabaccheria di Torre Colimena, marina di Manduria, portando via l’incasso di mille euro, altri duemila euro in tabacchi e valori bollati e una collana d’oro strappata al collo di una dipendente dell’esercizio commerciale.

I suoi avvocati difensori, Franz Pesare e Enrica Giannetta, hanno convinto i giudici del Tribunale di Taranto (Licci, Lotto e Guido), che il sospettato non era lui. Non poteva esserlo per diversi motivi, tutti rilevati grazie alle indagini difensive degli avvocati che hanno fatto emergere numerose contraddizioni sul riconoscimento dell’emigrante da parte di due testimoni, la titolare e una lavorante della tabaccheria. Alla polizia che si è occupata del caso, le due donne avevano dato una descrizione degli occhi, unica parte del volto visibile dal passamontagna, sufficiente agli inquirenti per incastrare l’emigrante che la mattina dell’8 marzo, quattro giorni dopo l’episodio criminale, veniva arrestato e rinchiuso nel carcere dove è rimasto sino a ieri.

Durante gli interrogatori resi in aula, le due donne hanno mostrato diverse contraddizioni in merito a quanto avevano visto la mattina della rapina. Sulla descrizione degli occhi dell’imputato, ad esempio, una ha sostenuto che fossero grandi, l’altra invece piccoli. La corte ha invece potuto appurare che gli occhi del sospettato sono di dimensione normale. Diversa anche la statura dei banditi indicata tra un metro e settanta e un metro e ottanta mentre Costa è altro un metro e novanta. Schiacciante poi per la difesa l’aspetto temporale dei fatti che escluderebbe il coinvolgimento del loro assistito. Gli avvocati hanno infatti dimostrato che quella domenica mattina alle 11 il trentunenne si era recato al seggio elettorale per votare alle 11 mentre. Le indagini condotte dalla polizia avevano invece provato che la rapina fu commessa intorno alle 9 e che l’auto dei rapinatori proveniva da Specchiarica e non da Avetrana. L’alfa Romeo fu poi ritrovata bruciata a Copertino, provincia di Lecce. Impossibile quindi che l’imputato potesse trovarsi con loro.

La violenza della rapina e la determinazione dei banditi suscitarono sdegno e preoccupazione tra la popolazione soprattutto perché ad essere aggredite furono due donne. Una di loro fu tenuta in ostaggio da uno dei malviventi che le puntò alla gola un lungo coltello mentre il complice armato di pistola si faceva consegnare il bottino. Il giorno e l’orario non fu scelto a caso perché a quell’ora di domenica le attenzioni di tutti, comprese le forze dell’ordine, erano rivolte alle elezioni in corso.

Le indagini condotte dagli agenti del commissariato di polizia di Manduria sì indirizzarono subito sulla pista locale per via del dialetto con cui i banditi si erano espressi. Il sospetto cadde così su Cosma, già noto alle forze dell’odine, che fu rintracciato a casa del fratello che lo ospitava. In tasca aveva già il biglietto aereo per rientrare in Germania con altri suoi parenti che lo accompagnavano.

Nazareno Dinoi

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