Giovedì, 25 Aprile 2024

Salento Puglia e mondo

Sequestrate armi e chiodi a tre punte

Preparavano una rapina al portavalori delle Poste, tre arresti

Le armi sequestrate Le armi sequestrate | © La Voce Di Manduria

(Nota stampa della Polizia di Stato) La Squadra Mobile, coordinata dalla Procura di Taranto presso il Tribunale di Taranto, ha tratto in arresto tre soggetti ritenuti presunti responsabili dei reati, in concorso, di tentata rapina ad un ufficio postale, porto illegale di arma alterata, porto di arma comune da sparo oggetto di furto e ricettazione della stessa detenzione di munizioni per arma comune da sparo e di munizioni artatamente modificate, ricettazione di autovettura oggetto di furto.

La capillare e meticolosa attività di controllo del territorio su tutta la Provincia, seguita da quella info investigativa dei polizotti della 4^ Sezione della Squadra Mobile, ha consentito di rinvenire, in un’isolata zona rurale del Comune di San Marzano, tra lunghi filari di ulivi, una Fiat 500, oggetto di furto nei mesi scorsi nella Provincia di Lecce.

Avendo fondati sospetti che quell’auto potesse essere utilizzata per il compimento di reati, gli investigatori hanno iniziato mirati appostamenti, anche notturni, in attesa di trovare conferme ai sospetti.

Alle prime ore del giorno dello scorso fine settimana, i poliziotti hanno notato un anomalo movimento attorno a quel veicolo, avvicinato prima da un soggetto seguito subito dopo da altri due, ognuno alla guida di altre vetture.

Dal monitoraggio, attento e scrupoloso, circa le azioni dei tre interessati, i poliziotti della Squadra Mobile, accortisi del veloce cambio d’abito dei soggetti e della circostanza che uno di loro prelevava da un cumulo di pietre una busta contenente verosimilmente armi, hanno cinturato la zona e bloccato ogni possibile tentativo di fuga dei tre che, colti di sorpresa, non hanno avuto neanche il tempo di accennare la benché minima reazione.

Le successive ricerche, aiutate anche dalla prima luce mattutina, hanno permesso di recuperare, nascosta sotto il cumulo di pietre, nelle immediate vicinanze di un muretto a secco, una busta di plastica nera con all’interno un revolver marca Forjas Taurus mod.38 super completo di matricola, risultato rubato alcuni anni or sono, con sei cartucce dello stesso calibro ed una pistola modificata con matricola abrasa completa di tre proiettili calibro 380, uno dei quali con l’ogiva modificata ad espansione.

Inoltre, il rinvenimento, all'interno della Fiat 500 rubata, di un secchio di chiodi a tre punte, utilizzato spesso per agevolare la fuga dopo le rapine, ha consentito di maturare fondati sospetti sulla circostanza che i tre avessero in animo di assaltare un furgone portavalori.

Al termine dell’operazione, i tre sono stati accompagnati negli Uffici della Questura per tutti i rilievi del caso, con la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Taranto presso il Tribunale di Taranto per la convalida degli atti di arresto dei tre uomini, rispettivamente di 69, 56 e 52 anni, tutti con precedenti penali a loro carico.

All’esito dell’udienza di convalida e dopo l’interrogatorio degli arrestati, il G.I.P. ha disposto la custodia in carcere dei tre per tutti i reati contestati.

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4 commenti

  • Giancarlo
    mer 19 gennaio 2022 07:53 rispondi a Giancarlo

    Ancora una volta pregiudicati. Lo vogliono capire, i decisori, che la cosiddetta rieducazione non può funzionare? Pene severe, ovviamente con la costruzione di tante nuove carceri minimali e sicure per assicurare l'espiazione di tutta la pena, ridimensionamento del ruolo dell'avvocatura, radiazione immediata di tutte le figure colte nella corruzione in atti giudiziari, e ovviamente monitoraggio elettronico a vita dei condannati, con la possibilità per chiunque di poter visionare il certificato penale ed il casellario giudiziale di tutti gli altri. Quanto staremmo meglio così!

    • Già
      dom 23 gennaio 2022 12:39 rispondi a Già

      Poi non lavorerebbero così tanto gli avvocati, i giudici e via dicendo ... ???????

    • Già
      dom 23 gennaio 2022 12:39 rispondi a Già

      Poi non lavorerebbero così tanto gli avvocati, i giudici e via dicendo ... 🤦🏻‍♀️

  • Giancarlo
    mer 19 gennaio 2022 07:53 rispondi a Giancarlo

    Ancora una volta pregiudicati. Lo vogliono capire, i decisori, che la cosiddetta rieducazione non può funzionare? Pene severe, ovviamente con la costruzione di tante nuove carceri minimali e sicure per assicurare l'espiazione di tutta la pena, ridimensionamento del ruolo dell'avvocatura, radiazione immediata di tutte le figure colte nella corruzione in atti giudiziari, e ovviamente monitoraggio elettronico a vita dei condannati, con la possibilità per chiunque di poter visionare il certificato penale ed il casellario giudiziale di tutti gli altri. Quanto staremmo meglio così!

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