
Secondo una fonte sindacale, sarebbero circa trecento i detenuti in quarantena nel carcere di Taranto dove da giorni è in corso un pericoloso focolaio di coronavirus che ha contagiato sinora 59 persone tra i reclusi, quasi tutti della sezione di massima sicurezza. Ma il virus ha già varcato altre tre sezioni. Circa la metà degli attuali 670 ospiti del penitenziario ionico, sarebbero quindi a rischio d'infezione.
Ieri intanto una prima buona notizia: il Dipartimento di prevenzione della Asl ha comunicato l'esito dei 51 tamponi di verifica effettuati sui primi contagiati, 19 dei quali si erano negativizzati. La prossima settimana riprenderà l'attività di controllo anche sugli altri positivi ancora in isolamento, trecento, appunto, per il sindacato autonomo di categoria, Sappe. Nel frattempo la situazione all'interno delle sezioni, dove la percezione del pericolo è amplificata dall'isolamento e dalla spiacevole sensazione del «non sapere cosa ti aspetta», si cominciano a registrare casi di attacchi di panico dei detenuti più fragili. Uno stato psicologico, acuito anche dalla soppressione dell'ora d'aria dovuta all'isolamento, che alle famiglie arriva in misura ancora più drammatica. Sono numerosissimi, infatti, gli allarmati solleciti che in queste ore stanno intasando le linee telefoniche e gli studi degli avvocati di fiducia che a loro volta si rivolgono agli uffici preposti.
Le strutture della direzione affidate alla direttrice Stefania Baldassari e gli addetti alla sicurezza continuano a lavorare sotto pressione confortati solo da pochi giorni da un valido supporto medico grazie alla consulenza infettivologica assicurata dai sanitari del reparto malattie infettive dell'ospedale San Giuseppe Moscati d Taranto.
Preoccupazione viene invece espressa dal sindacato di polizia penitenziaria, il Sappe, per i carichi di lavoro a cui è sottoposto il personale. «In questa situazione si legge in una nota firmata dal segretario nazionale, Federico Pilagatti -, i poliziotti, che da sempre devono far fronte a turni massacranti a causa della carenza degli organici, benché siano allo stremo delle forze, sono costretti lavorare per 12 ore di continuo con la prospettiva di dover rinunciare anche alle ferie estive che dovevano partire il 30 giugno ma che sono state bloccate». Ieri il sindacato ha avuto un incontro a Bari con il sottosegretario alla Giustizia, l'onorevole di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, a cui è stata riferita la grave situazione sanitaria del carcere di Taranto. «Che se non verrà presto affrontata con mezzi adeguati è stato detto in quella occasione - potrebbe sorgere problemi non solo per la sicurezza del carcere, ma anche per l'ordine pubblico» all'esterno. Per il Sappe bisognerebbe inviare a Taranto almeno cinquanta poliziotti da reperire in tutte le carceri italiane e sfollare la struttura di almeno 250 detenuti che non sono stati interessati dal focolaio e trasferirli nei penitenziari limitrofi ed anche della Calabria e Campania. Attualmente il Carmelo Magli ospita circa 670 detenuti, più del doppio della sua capienza.
Nazareno Dinoi
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2 commenti
VARIANTE DELTA!
lun 28 giugno 2021 12:32 rispondi a VARIANTE DELTA!Con tutti gli arresti operati oggi a Santa Maria Capua Vetere, in CAMPANIA, per altro per reati per cui bisogna VERGOGNARI DI ESSERE ITALIANI come la tortuta, oltre che coincidenti con il periodo, forse è meglio non prendere le difese a oltranza di AGENTi PENITENZIARI in particolare della zona, come ha fatto qualcuno, pure nei commenti su questa testata. Parlano di regole, e non cominciano a impedire i roghi sotto casa... Chiaro che poi ce li troviamo noi sotto casa, con tutte le loro abitudini e così come intendono le cose e pure senza leggere tanto comunicati.
Marinaio
dom 27 giugno 2021 09:37 rispondi a MarinaioMi vergogno di essere italiano. Ad oggi il più grande focolaio esistente Italia. Di chi è dentro ci interessa poco. Forse bisognerebbe controllare più movimenti chi ci entra e ci esce!