Ecco il testo dell'interrogazione a risposta scritta.
- In data 11 aprile 2012, è stato pubblicato il bando di gara per la costruzione del depuratore consortile previsto per gli abitanti di Manduria, Sava e delle Marine di Manduria, i cui reflui hanno come recapito finale il mare Ionio (DCR n. 230/2009) tramite condotta sottomarina allocata nell’area costiera SIC di Specchiarica, costa di grande pregio ambientale e turistico;
- in data 28 ottobre 2013 è stato pubblicato l’avviso di aggiudicazione all’impresa Giovanni Putignano e Figli s.r.l. di Noci (Ba), relativo all’appalto integrato per i lavori di costruzione dell’impianto di depurazione;
- nella Conferenza dei Servizi svoltasi il 22 novembre 2018 , la Sezione risorse idriche aveva bocciato il progetto che prevedeva lo scarico dei reflui del depuratore in mare mediante “un solco naturale sfociante in battigia” perché non conforme a quanto previsto dal Decreto Legge 152/06, al vigente PTA e al R.R. 13/2017;
- al termine della succitata Conferenza dei Servizi, rappresentanti dell’Acquedotto pugliese hanno ritirato il progetto bocciato impegnandosi a fornire nel minor tempo possibile una ulteriore soluzione progettuale per il recapito finale del nuovo depuratore;
- tale soluzione progettuale, ad oggi, non risulta presentata dall’Aqp;
- una nota dell’Ufficio stampa del Consiglio regionale della Puglia, in data 13 marzo 2019, annuncia l’inizio dei lavori di costruzione del Depuratore entro il 15 aprile, senza che ci sia un progetto su dove e come saranno smaltiti i reflui;
- la disciplina degli scarichi costituisce una delle componenti principali della normativa per la tutela delle acque dall'inquinamento ed è regolamentata dal decreto legislativo n. 152 del 2006;
- i cittadini, i movimenti, le associazioni ambientaliste di Sava Manduria, Erchie, Avetrana si oppongono alla decisione della Regione Puglia di costruire il nuovo depuratore, cementificare una delle coste più incontaminate d’Italia e distruggere l’intera marina manduriana di Specchiarica, Torre Colimena, San Pietro di Bevagna e delle due riserve naturali di Salina dei Monaci e Fiume Chidro;
- la società civile ha proposto soluzioni alternative per adeguare il sistema fognario salvaguardando l’ambiente. In sintesi, sono: a) la delocalizzazione del depuratore lontano dalla costa; b) la riqualificazione delle strutture esistenti: mettere a norma, con eventuale limitato ampliamento il depuratore di Manduria; costruire a Savia l’impianto in un’area già cementificata sulla quale anni fa furono avviati i lavori di costruzione di un depuratore poi abbandonato in corso d’opera senza mai essere entrato in funzione; per le marine di Manduria, collegare i tronchi fognari in parte al depuratore di Avetrana e in parte in quello di Maruggio con opportuni dimensionamenti, visto che detti comuni avevano già dato ampia disponibilità;
- se il Ministro non ritenga di adottare opportune verifiche sulla correttezza della realizzazione e avviamento del progetto succitato da parte di tutti gli enti interessati nonché sul rispetto della disciplina degli scarichi che costituisce una delle componenti principali della normativa per la tutela delle acque dall'inquinamento (decreto legislativo n. 152 del 2006) e di costituire un tavolo ad hoc, anche presso il Ministero, soprattutto alla luce dello stato di avanzamento dei lavori ancora in fase embrionale.
- Se il Ministro non ritenga di assumere ogni utile iniziativa per la salvaguardia ambientale della costa salentina, delle sue Riserve naturali, della salute dei cittadini e dell’economia turistica del territorio. On Anna Macina
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