L’impegno preso dalla parlamentare pentastellata, Anna Macina, di portare all’attenzione del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, la «questione» depuratore consortile di Manduria e Sava, non è piaciuta al vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia. In un intervento a margine della conferenza della deputata grillina, il numero due della giunta del sindaco Antonio Minò, ha definito «del tutto inutile» l’interessamento del governo su una faccenda sulla quale non ha competenze. «Presentare su questi temi un’interpellanza al ministro – dichiara Scarciglia –, è un atto abbastanza inutile dal punto di vista pratico». Tempo perso, insomma, per queste ragioni: è vero – dice - che lo Stato emana le regole generali per la depurazione dei reflui sul territorio nazionale, ma la competenza specifica poi è delle singole regioni». Il componente di giunta, tra i più accaniti oppositori dei progetti dell’Acquedotto pugliese e della Regione Puglia che prevedono la realizzazione delle opere sulla costa manduriana ma sul confine con il territorio avetranese e ad un tiro di lancia dalla zona residenziale «Urmo Belsito» abitato quasi esclusivamente da cittadini di Avetrana, ricorda un precedente fallimento. «Già in passato – spiega - si è tentata questa via, ma la risposta del governo centrale è sempre stata uguale: il ministro non può intervenire a "gamba tesa" su una decisione di competenza prettamente regionale e farlo sarebbe una grave "invasione di campo" e un pericoloso precedente».
Il punto critico, secondo Scarciglia, è proprio a livello regionale e più specificatamente sul gruppo politico di cui fa parte la parlamentare Macina che su questo fronte del «No al depuratore sulla costa» conduce una battaglia evidentemente solitaria. Una contraddizione che il vicesindaco di Avetrana non manca di sottolineare. «Ricordo all’onorevole Macina – sostiene Scarciglia - che, se ancora ce ne fosse bisogno, la battaglia politica va condotta su scala regionale coinvolgendo tutti i consiglieri regionali». Rimarcando quel «tutti», il numero due della giunta chiarisce meglio il concetto con una chiosa: «capisco che per l'onorevole potrebbe essere un'impresa difficile quella di coinvolgere i propri consiglieri regionali che fino ad oggi hanno votato in maniera difforme alla volontà popolare». In effetti, sia i consiglieri regionale del Movimento 5 Stelle che i parlamentari pentastellati del territorio, cercano di stare bene alla larga dalla spinosa vicenda sposando addirittura, in alcuni casi, la linea del presidente Michele Emiliano che da tempo ha chiuso l’argomento con la famosa frase «game over» pronunciata nel 2017 nel corso di una conferenza nella Prefettura di Taranto per dire che i lavori dovevano cominciare.
N.Din.
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