L’impianto di trattamento rifiuti Manduriambiente ha nuovi clienti. Quelli del bacino di Massafra, dove c’è l’altra mega discarica che però non può più accogliere il rifiuto dei comuni così li «vende» a Manduria. E’ la notizia, l’ultima dell’infinito giro di rifiuti che finiscono in contrada «La Chianca», che si apprende grazie ad Internet (e non da altri uffici che dovrebbero invece essere più trasparenti in materia di rifiuti). Si trova in Rete, infatti, una determina dirigenziale del Comune di Mottola relativa al pagamento per il conferimento dei rifiuti di quel centro del versante occidentale della provincia di Taranto. L’oggetto di quell’atto è il seguente: «Trasporto rifiuto biostabilizzato, codice Cer 190501, dall’impianto Cisa di Massafra all’impianto Manduriambiente di Manduria – Liquidazione fattura relativa a maggio 2020».
Leggendo il resto contenuto nel corpo della determina, si scopre poi che una nota del direttore generale dell’Ager, Agenzia regionale per i rifiuti della Puglia, Gianfranco Grandaliano, ha disposto che «i rifiuti biostabilizzati da discarica limitatamente alla produzione ancora attiva presso l’impianto Cisa Spa di Massafra a oggi conferiti presso la discarica di servizio di Massafra gestita da Cisa, siano conferiti presso l’impianto di discarica di Manduria gestita da Manduriambiente».
Pare di capire, insomma, dalla spazzatura lavorata dagli impianti di Massafra, quella non adatta per essere trasformata in prezioso Cdr (combustibile da rifiuto), finisce nelle vasche degli impianti sulla via di San Cosimo rese nuovamente capienti dopo che si erano esauriti grazie ad una sopraelevazione su cui si è molto discusso senza arrivare a nessuna spiegazione valida.
Dal documento in questione non si comprende se il rifiuto biostabilizzato che arriva a Manduria sia solo quello del comune di Mottola o anche dagli altri comuni del bacino di riferimento della discarica di Massafra ormai esaurita. Naturalmente a Manduria che è diventata una sorte di discarica prendi tutto, continua sempre ad arrivare l’immondizia dei diciassette comuni del comprensorio orientale della provincia di Taranto, il biostabilizzato di Bari e l’indifferenziato di altri comuni del brindisino. Chiedere al comune di Manduria se ha contezza di tutto ciò (compreso l’ultimo cliente mottolese), anche al fine di calcolare le royalty che le spettano per tutto il rifiuto che arriva da fuori (2,5 euro per tonnellata), è cosa inutile. Manduriambiente su questo è stata chiara: «Il comune di Manduria risulta ad oggi essere il Comune su cui insiste il nostro impianto, senza alcun ruolo nella regolazione dei flussi o di controparte contrattuale». Senza alcun ruolo, appunto.
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5 commenti
Lorenzo
ven 10 luglio 2020 01:32 rispondi a LorenzoLa differenziata la si fa comunque, per senso civico e nulla c'entra con le discariche sul territorio. Semmai è l'identificazione dei controllori che non hanno controllato il rispetto delle prescrizioni, le normative e i denari delle Royalty. Ecco con tanti corpi delle forze dell'ordine sul territorio mi immaginavo un pochino di timore da parte di tutti. Molto probabilmente la politica locale degli ultimi 20 anni è stata un pochino poco attenta a non valutare le conseguenze sulla salute e sull'ambiente. Questo serve da monito per chi gestirà Manduria nei prossimi anni, dove salute ed ambiente sono la vera emergenza locale. Se faranno l'assessore all'ambiente mettendoci un professionista serio, esterno, capace e competente, sarà una Giunta che partirà seriamente con voglia di verità.
fabio erario
ven 10 luglio 2020 10:56 rispondi a fabio erarioE a noi ci fanno fare la differenziato precisa anzi scrupolosa con sacchetto bianco e non nero
Domenico
ven 10 luglio 2020 09:33 rispondi a DomenicoLe storie de "Li Cicci" e la "Chianca" ci restituiscono un romanzo non scritto, di cui tutti conoscono la trama e il prevedibile finale. Una recensione lo relegherebbe al filone di genere supersfruttato di COLD CASE con la differenza, ahimè, che nessun investigatore verrà mai pagato per riaprire i casi irrisolti e trovare i colpevoli. Bisognerebbe rispolverare i nomi dei protagonisti, fin dalle prime fasi; dal progettista ai proprietari dei terreni, dai componenti della trafila che ha fatto i sopralluoghi e ha dato nullaosta, ai politici che hanno spinto, votato e autorizzato (sorprese pre-elettorali?), dai controllori ai realizzatori e ai contratti di gestione. Infine l'indagine dovrebbe interessarsi della colpevole "impotenza" delle autorità: cosa aspettano ancora?
Antonio
ven 10 luglio 2020 09:19 rispondi a AntonioOrmai Manduria è la pattumiera del sud.Intanto i residenti soffrono il cattivo odore (la puzza!) in tutte le ore del giorno.Nessuno interviene, tutti sono impegnati in dibattiti, incontri per le prossime e lezioni amministrative.A questi candidati voglio dire che la discarica è un tema del quale devono interessarsi e risolvere.
CC
ven 10 luglio 2020 08:29 rispondi a CCil progresso a Manduria... da città del primitivo ,a città del depuratore, a città dell'immondizia .....Qui a Manduria la crescita è costante.... verso l'infimo (sigh!)