
Il sequestro dei carabinieri del Ros e quelli del comando provinciale di Palermo e Trapani riguarda società, una villa, 38 rapporti bancari e, soprattutto, numerosi appezzamenti di terreno. La moglie del padrino, Ninetta Bagarella, che vive a San Pancrazio Salentino, è riuscita a emettere tra il 2007 e il 2013 assegni per oltre 42.000 mila euro a favore dei congiunti detenuti
Un milione e mezzo di euro sequestrato al boss Salvatore Riina e ai suoi familiari. Scattano i sigilli per il tesoretto del capo dei capi. Il sequestro dei carabinieri del Ros e quelli del comando provinciale di Palermo e Trapani riguarda società, una villa, 38 rapporti bancari e, soprattutto, numerosi terreni del padrino corleonese, tra i quali anche appezzamenti che appartengono formalmente alla Curia. L’inchiesta nasce dai redditi dichiarati negli anni da Riina e dai suoi congiunti da cui è stato possibile ipotizzare l’utilizzo di mezzi e di risorse finanziarie illecite.
Il sequestro riguarda anche beni che si trovano nelle province di Lecce e Brindisi, a San Pancrazio Salentino, formalmente intestati a Antonino Ciavarello, genero di Salvatore Riina. Le imprese, la Clawstek srl e la Rigenertek srl, con sede a San Pancrazio Salentino, la Ac Service srl con sede a Lecce, commerciano in autovetture e, stando agli esiti delle indagini patrimoniali, sono state costituite con denaro sporco. Infatti, l’esame incrociato della contabilità delle aziende ha evidenziato una sperequazione di ben 480 mila euro, immessi per lo più in contanti ed in numerose tranche nei patrimoni sociali senza alcuna giustificazione legale. Gli investigatori del Ros hanno scoperto che fra il 2003 e il 2010, il genero di Riina ha versato in contanti 136 mila euro, di cui 97 mila su un conto del Monte dei Paschi di Siena. Da dove arrivavano quei soldi?
Il sequestro comprende, inoltre, una villa di 5 vani a Mazara del Vallo in cui Riina avrebbe trascorso la latitanza coi suoi. Le indagini hanno ricondotto l’effettiva proprietà dell’immobile, intestata a un prestanome. Dopo l’arresto il capo dei capi l’ha ceduta al fratello Gaetano che l’ha occupata ininterrottamente attraverso un finto contratto di affitto. Le intercettazioni hanno rivelato che l’abitazione è stata oggetto di una lite familiare tra Gaetano Riina e la cognata che ne rivendicava la proprietà.
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