
L'allarme lanciato ieri dal presidente dell'Ordine degli agronomi e forestali della provincia di Taranto, Nicola Cristella, scuote il mondo agricolo e provoca le prime reazioni nel settore vitivinicolo che in piena vendemmia trova il tempo di intervenire. Due le questioni sul tappeto: le cisterne ancora piene di Igt annata 2021 e crollo dei prezzi sull'uva che in alcuni casi superano il 50% in meno rispetto alla quotazione dello scorso anno. La vittima colpita da queste speculazioni del mercato, è una delle punte di diamante dell'enologia pugliese: il Primitivo di Manduria.

A dare il suo contributo al dibattito è anche l'imprenditore Gregory Perrucci, uno dei massimi conoscitori dei mercati del vino ed esso stesso produttore di Primitivo di Manduria. Partendo dalle dichiarazioni del presidente degli Agronomi e Forestali ionici, l'esperto manduriano ritiene che vi siano diverse problematiche sul tavolo, tutte di una certa gravità. «Alla base di tutto spiega Perrucci -, vi è uno scippo storico e culturale, per cui quella che era una risorsa quasi esclusiva dell'areale orientale della nostra provincia (il vino Primitivo, ndc), con al centro la poderosa viticoltura manduriana, è stata spacciata indegnamente come risorsa di tutta la regione, da Santa Maria di Leuca a San Severo. Rosicando alla doc del Primitivo di Manduria, che risale al 1974, e approfittando delle basse rese da essa consentita prosegue l'imprenditore Messapico - si è incoraggiata una viticoltura di quantità, lasciando che ogni Igt si producesse il proprio Primitivo con rese per ettaro doppie e quasi triple rispetto a quelle di Manduria». Le responsabilità di questo, per Perrucci, «sono chiare e diffuse, ma i temi devono essere discussi nelle sedi istituzionali con urgenza per adottare provvedimenti efficaci e tempestivi».
La presidentessa del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria, Novella Pastorelli, ribadisce la sua tesi. «Il ruolo del Consorzio di Tutela dice - è quello di apportare un valore aggiunto al prodotto attraverso la tutela della denominazione Primitivo di Manduria» e non «di intervenire sulla determinazione del prezzo di vendita delle uve che segue, invece, trend di mercato con regole economiche di domanda e di offerta».
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto
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5 commenti
Klon
mer 31 agosto 2022 09:18 rispondi a KlonSparagna la farina quannu la matra é china, ca quannu é acanti, ce la sparagni a fari...mogli di produttori in giro con borse e abiti firmati e mo' b'la scta chiangiti?
Mario rossi
lun 29 agosto 2022 09:41 rispondi a Mario rossiLo avete piantato anche nel mare, ora cosa pretendete ......
Anikamina
dom 28 agosto 2022 11:54 rispondi a AnikaminaE se il consorzio di tutela del primitivo non tutela il primitivo e chi lo produce siamo apposto....cosa tutelate allora?
Vito dimaggio
dom 28 agosto 2022 06:42 rispondi a Vito dimaggioIl viticoltore deve seguire un disciplinare che porti un prodotto in cantina di eccellenza. Rese basse ed uve sane. Di contro questo deve corrispondere ad un prodotto finale degno della cultivar in questione. Bisogna ricominciare a pretendere pochi grappoli x ceppo. Occorre però che quei pochi grappoli dunque cinquanta ql. X ettaro vengano pagati come Cristo comanda. Buona serata.
Lorenzo
dom 28 agosto 2022 10:51 rispondi a LorenzoStrano, stessi problemi di siccità in Franciacorta, nel bresciano ma prezzi più alti appunto per via della siccità. Cercate di essere sinceri ogni tanto e tutelate seriamente il vino primitivo, pensando magari meno alle pale eoliche. Opinioni