Mercoledì, 14 Maggio 2025

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L'analisi degli esperti

Prezzi a picco per il Primitivo "responsabilità diverse e diffuse"

De Padova - Perrucci De Padova - Perrucci © La Voce di Manduria

L'allarme lanciato ieri dal presidente dell'Ordine degli agronomi e forestali della provincia di Taranto, Nicola Cristella, scuote il mondo agricolo e provoca le prime reazioni nel settore vitivinicolo che in piena vendemmia trova il tempo di intervenire. Due le questioni sul tappeto: le cisterne ancora piene di Igt annata 2021 e crollo dei prezzi sull'uva che in alcuni casi superano il 50% in meno rispetto alla quotazione dello scorso anno. La vittima colpita da queste speculazioni del mercato, è una delle punte di diamante dell'enologia pugliese: il Primitivo di Manduria.

Una situazione «complessa» la definisce Pietro De Padova, presidente della Cia Due Mari. «L'anno scorso nella zona della Dop Primitivo di Manduria afferma De Padova -, erano riconosciuti anche 170-180 euro per quintale. Quest'anno i prezzi sono in picchiata del 30-40% per il primitivo di Manduria DOP, mentre IGP Primitivo Salento è pagato a 50 euro, a fronte dei 150 euro-quintale del 2021». Questa congettura sommata alla siccità, ai fenomeni atmosferici straordinari e alla guerra in Ucraina che causano l'aumento dei costi delle materie prime, decurtano, secondo la categoria, il reddito agli agricoltori vittime di manovre speculative da una parte e avversità naturali e socio politiche dall'altra. «Con la disposizione della determina dirigenziale della Regione Puglia del 2020, su richiesta del Consorzio Tutela del Primitivo di Manduria non si potrà rivendicare la Dop di chi ha impiantato dal primo agosto 2020 e fino alla campagna 2022/23, ma solo le Igp Salento, Tarantino o Puglia», ricorda il dirigente Cia ipotizzando già, a partire dal prossimo anno, una maggiore complessità nella gestione delle Doc.

LA VOCE a Gregory Perrucci A dare il suo contributo al dibattito è anche l'imprenditore Gregory Perrucci, uno dei massimi conoscitori dei mercati del vino ed esso stesso produttore di Primitivo di Manduria. Partendo dalle dichiarazioni del presidente degli Agronomi e Forestali ionici, l'esperto manduriano ritiene che vi siano diverse problematiche sul tavolo, tutte di una certa gravità. «Alla base di tutto spiega Perrucci -, vi è uno scippo storico e culturale, per cui quella che era una risorsa quasi esclusiva dell'areale orientale della nostra provincia (il vino Primitivo, ndc), con al centro la poderosa viticoltura manduriana, è stata spacciata indegnamente come risorsa di tutta la regione, da Santa Maria di Leuca a San Severo. Rosicando alla doc del Primitivo di Manduria, che risale al 1974, e approfittando delle basse rese da essa consentita prosegue l'imprenditore Messapico - si è incoraggiata una viticoltura di quantità, lasciando che ogni Igt si producesse il proprio Primitivo con rese per ettaro doppie e quasi triple rispetto a quelle di Manduria». Le responsabilità di questo, per Perrucci, «sono chiare e diffuse, ma i temi devono essere discussi nelle sedi istituzionali con urgenza per adottare provvedimenti efficaci e tempestivi».

La presidentessa del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria, Novella Pastorelli, ribadisce la sua tesi. «Il ruolo del Consorzio di Tutela dice - è quello di apportare un valore aggiunto al prodotto attraverso la tutela della denominazione Primitivo di Manduria» e non «di intervenire sulla determinazione del prezzo di vendita delle uve che segue, invece, trend di mercato con regole economiche di domanda e di offerta».

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto

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5 commenti

  • Klon
    mer 31 agosto 2022 09:18 rispondi a Klon

    Sparagna la farina quannu la matra é china, ca quannu é acanti, ce la sparagni a fari...mogli di produttori in giro con borse e abiti firmati e mo' b'la scta chiangiti?

  • Mario rossi
    lun 29 agosto 2022 09:41 rispondi a Mario rossi

    Lo avete piantato anche nel mare, ora cosa pretendete ......

  • Anikamina
    dom 28 agosto 2022 11:54 rispondi a Anikamina

    E se il consorzio di tutela del primitivo non tutela il primitivo e chi lo produce siamo apposto....cosa tutelate allora?

  • Vito dimaggio
    dom 28 agosto 2022 06:42 rispondi a Vito dimaggio

    Il viticoltore deve seguire un disciplinare che porti un prodotto in cantina di eccellenza. Rese basse ed uve sane. Di contro questo deve corrispondere ad un prodotto finale degno della cultivar in questione. Bisogna ricominciare a pretendere pochi grappoli x ceppo. Occorre però che quei pochi grappoli dunque cinquanta ql. X ettaro vengano pagati come Cristo comanda. Buona serata.

  • Lorenzo
    dom 28 agosto 2022 10:51 rispondi a Lorenzo

    Strano, stessi problemi di siccità in Franciacorta, nel bresciano ma prezzi più alti appunto per via della siccità. Cercate di essere sinceri ogni tanto e tutelate seriamente il vino primitivo, pensando magari meno alle pale eoliche. Opinioni

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