Ormai le feste erano passate e Nino doveva ricominciare la sua solita vita, con la merda fino al collo, e tanti benpensanti che lo accusavano ingiustamente di essere lui la fonte dei suoi mali. Gli avevano portato scatolame, pasta e pelati, rigorosamente con la scritta “Aiuto CEE”, che quindi a loro non erano costati nulla, ma a lui facevano comodo. Addirittura ci fu chi si ricordò di lui per un giorno, uno solo, e gli aveva portato un panettone di quelli che anche i cani rifiutavano, ma lui non avrebbe potuto comprarne manco uno così. Da domani si tornava alla solita vita dell’alimentarista o dell’ortolano che lo guardavano di sbieco quando entrava nei loro negozi, quasi a significare che non doveva chiedere merce a credito, ma Nino lo sapeva e nemmeno ci avrebbe provato a farlo. Altre volte i negozianti lo pregavano di andare altrove a fare la spesa, o di lavarsi di tanto in tanto, anche quando Nino era appena uscito dalla doccia. Per un giorno soltanto era stato anche lui un essere umano! Ora, come minimo, si doveva lavare per andare alla spesa.
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