Se permane la misura sospensiva presentata al Tar, insieme al ricorso, dal Comune di Taranto e dalla Regione Puglia "e il 9 gennaio venisse accolta, inizia il processo di spegnimento dell'Ilva". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, al termine del tavolo al Mise.
Se il governatore della Puglia ed il sindaco di Taranto non ritirano il ricorso, ha aggiunto Calenda, "il tavolo è concluso". Nel caso questo non succedesse - ha aggiunto il ministro - "noi andremo avanti con l'investitore", ma se loro vogliono una garanzia da parte dello Stato "noi non la daremo".
Il ministro ha spiegato nel corso dell'incontro che la proposizione del ricorso al Tar impedisce all'acquirente la possibilità di perfezionare l'affitto e l'acquisto dei complessi aziendali fino al passaggio in giudicato della sentenza che definirà il relativo procedimento giudiziario. Ciò comporta - secondo il Mise - l'esigenza di arrivare ad un accordo con l'investitore per la modifica del contratto sottoscritto il 28 giugno scorso. Inoltre, la necessità di subordinare l'avvio degli investimenti previsti da AmInvestco per complessivi 2,2 mld di euro (di cui 1,2 per investimenti ambientali) al rilascio di idonee garanzie rispetto ai rischi connessi allo stato di incertezza relativo alla possibilità di proseguire nell'esercizio degli impianti produttivi.
La domanda cautelare proposta con il ricorso - sostiene il ministero - determina un rischio di attuale immediata interruzione dell'attività d'impresa. L'accoglimento della richiesta di sospensione dell'efficacia del decreto determinerebbe il venir meno delle autorizzazioni ambientali necessarie all'esercizio dello stabilimento industriale di Taranto. Inoltre verrebbero meno i presupposti normativi per l'uso degli impianti sottoposti a sequestro penale e la conseguente necessita' per i commissari straordinari di dare immediato avvio alle procedure di arresto degli impianti produttivi.
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, tira dritto. "Siccome Calenda è ministro pro tempore e il tavolo si è insediato, a mio giudizio può anche essere autogestito da parte di tutti coloro che vogliono partecipare. La Regione, il Comune, la provincia, Arcelor Mittal, il sindacato: se abbiamo intenzione di trovare una soluzione, il ministro fa solo da mediatore, noi ci riusciamo anche senza di lui". Emiliano ha aggiunto che durante il tavolo Calenda "ha avuto una crisi nervosa" dopo uno scambio di messaggi con De Vincenti. Il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno ha replicato qualche minuto dopo: "Leggo dichiarazioni farneticanti del presidente Emiliano: non sa quel che dice e, forse, neanche quel che fa".
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1 commento
Angela
gio 21 dicembre 2017 04:27 rispondi a AngelaMa Emiliano dimentica che anche lui non sarà in carica per sempre, e comunque farebbe bene a ritirare il ricorso ed evitare la caciara a fini interni al PD e per conquistare spazio sulla stampa. Il sindaco della città poi deve rispondere ai suoi cittadini non al capo corrente a maggior ragione in una situazione complicata che non ammette colpi di testa.. Altro discorso riguarda la ricerca delle migliori condizioni per tutelare lavoro, salute e ambiente attraverso l'uso delle migliori pratiche esistenti e se necessario finanziare progetti per avere in un prossimo futuro ulteriori miglioramenti.