Domenica, 28 Aprile 2024

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L'attentato al Msi e la tromba d'aria del primo settembre

L L'attentato al Msi e la tromba d'aria del primo settembre | © n.c.

Due eventi di cronaca caratterizzarono la giornata del 1 settembre a Manduria, entrambi con un punto in comune: la violenza. Il primo riguardò un atta vandalico, il secondo un evento della furia della natura.

Attentato ai missini di Manduria, incendiata la sede del partito

Il primo settembre di 56 anni fa la sede del Movimento Sociale Italiano di Manduria subì un attentato da parte d’ignoti che non registrò vittime o feriti. Secondo quanto riportato dal quotidiano torinese “La Stampa”, ad avvisare i carabinieri fu il custode della sede missina «il quale, aprendo il locale – spiegava il giornalista – notava che la parte interna della porta era bruciata e che sul pavimento vi erano tracce di bruciature e macchie di benzina». Le indagini condotte dalle forze dell’ordine permisero una prima ricostruzione dell’accaduto, secondo cui qualcuno, nel corso della notte, gettò della benzina sotto la porta «dandovi poi fuoco col proposito di distruggere la sede del partito». Sfortunatamente per l’attentatore però, la benzina che utilizzò per l’attacco risultò insufficiente «tanto che – si legge – l’incendio si è spento da solo».

Tromba d’aria a Manduria, due feriti gravi e danni alla città

Una violenta tromba d’aria si abbatté a Manduria causando ingenti danni, fortunatamente senza causare morti. Il fatto, avvenuto il 1 settembre 1962 fu reso pubblico ancora una volta dal quotidiano nazionale “La Stampa”, il quale dedicò ampio spazio alla vicenda. Secondo le parole del giornalista del giornale torinese, la violenta tromba d’aria, descritta come una «gigantesca colonna rossa, alta mille metri e del diametro di una settantina di metri», si scagliò sulla città sfiorandola, ferendo più o meno gravemente le persone che incontrò lungo il suo cammino. All’arrivo del «penoso turbamento» i manduriani cercarono di proteggersi come meglio poterono: «molti si sono rifugiati negli scantinati, altri si sono chiusi in casa, sprangando le porte, altri ancora si sono stesi viso contro terra, proteggendosi la nuca con le mani». Alcuni, che molto probabilmente non si resero conto della gravità del fenomeno, «sono stati sbattuti contro i muri e colpiti dal crollo di calcinacci». Due di questi risultarono gravemente feriti, tali Ernesto Martolla di 70 anni e la trentacinquenne Giuseppina Antermite. «Molti altri – scriveva il quotidiano – dopo essere stati medicati ai posti di pronto soccorso, hanno potuto far ritorno a casa». La furia della tromba d’aria, oltre a ferire gli abitanti di Manduria, distrusse tutta la zona periferica della città, polverizzando intere abitazioni «quasi fossero fogli di carta» e sradicando pali delle linee telefoniche ed elettriche e moltissimi alberi, tra cui «una trentina di alberi di pino di gigantesche proporzioni». A causa dei danni riportati, il consiglio comunale della città fu obbligato a riunirsi in seduta straordinaria per ovviare ai problemi che il potente fenomeno atmosferico aveva riportato, assicurando un tetto a coloro che rimasero senza casa: «questi – si legge – sono stati provvisoriamente sistemati in un albergo cittadino e nell’edificio scolastico locale».

Antonio Dinoi

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