Lunedì, 7 Luglio 2025

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Una sola domanda: perchè

La morte degli alberi sulla coscienza di una politica sorda

Almerina Raimondi Almerina Raimondi

Quasi ogni giorno passo da viale Mancini per andare a fare la spesa. Ieri mattina il viale era presidiato da forze dell'ordine e vigili urbani. Sono scesa dalla mia bicicletta per poter proseguire. Metà degli alberi erano già stati abbattuti. Un colpo al cuore. Mi sono fermata e sono rimasta per una decina di minuti a chiedermi ancora per una volta perchè? Un perchè che non ha trovato risposte prima e che continuerà a non avere risposte  e neanche una giustificazione accettabile in futuro.

Premessa: non sono nata a Manduria, non ho respirato l'ossigeno che quegli alberi hanno prodotto negli anni, non sono cresciuta giocando a nascondino con i miei compagni di scuola, quindi per me non è un fatto identitario o affettivo (degno di grande considerazione) eppure, ieri mattina, sentire il rumore delle motoseghe e il tonfo degli alberi abbattuti a terra è stata una grande sofferenza. Sull'importanza del verde in città per la salute, ma anche per rendere la città più vivibile  si è speso tantissimo il comitato per informare e sensibilizzare la cittadinanza sull'importanza di curare, tutelare e salvaguardare gli alberi piuttosto che abbatterli.

Ma tutto lo sforzo profuso in questa direzione ha trovato un'amministrazione sorda che ha scelto di non confrontarsi con i cittadini e di procedere nella realizzazione di un progetto PNRR che  non apporta una reale riqualificazione del verde urbano, così tanto sbandierata. Non conosco bene le finalità  di questo progetto ma mi permetto di fare una semplice riflessione: quali i costi e quali i benefici.

Ognuno di noi dovrebbe chiedersi cosa stiamo perdendo e cosa si guadagnerà: circa 250 alberi abbattuti, in cambio di 40 alberi da reimpiantare e pochi metri di pista ciclabile in una città con le strade piene di buche  e non idonee ad una viabilità più sostenibile.  Per cui bene ha fatto fino ad adesso il comitato che si è battuto con tutte le sue forze nel disperato tentativo di salvare le robinie e noi cittadini dovremmo ringraziarli perchè la protesta, il dissenso, la partecipazione attiva sono il sale della democrazia, anche quando chi è stato votato per occuparsi della cosa pubblica e del bene comune non ne tiene conto e diciamolo pure se ne fotte!  Ci dobbiamo rassegnare ad una politica che, come qualcuno ha detto, è" lacrime e merda"? Certo che no! Gli amministratori avrebbero dovuto  confrontarsi ed essere convincenti nei confronti della cittadinanza che i benefici sarebbero stati di gran lunga superiori ai costi. Ma si sa, per la politica i cittadini esistono solo quando devono votare, magari in cambio di favori o di promesse che poi frequentemente vengono disattese. Mi domando inoltre, quale esempio sia stato per i bambini che, ieri mattina, erano a scuola costretti a vedere gli alberi abbattuti e a sentire il rumore delle motoseghe . Non sarà facile per loro dimenticarlo.

Almerina Raimondi

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