
Un gravissimo incidente scosse l’intera provincia tarantina nel 1966 quando un’auto con a bordo quattro ragazzi poco più che diciottenni si capovolse causando la morte del conducente. La vicenda, avvenuta a Manduria il 15 giugno di 50 anni fa, fu documentata dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”, che dedicò un articolo alla disgrazia. Secondo quanto raccontato dal giornalista, il proprietario dell’auto, un ragazzo appena 18enne di Manduria, «mentre in compagnia di altre tre suoi amici, pure studenti, facevano una passeggiata con la sua “850”», perse il controllo dell’autovettura, uscendo fuori strada e sbatté contro il muro di un’abitazione. «Ricoverato urgentemente – si leggeva nell’articolo – nel locale ospedale è deceduto nelle prime ore del pomeriggio». Gli altri tre ragazzi, giovanissimi, rimasero miracolosamente illesi.
La ricostruzione
Dalla ricostruzione fornita dall’autore dell’articolo, la giovane vittima aveva invitato i suoi amici «a fare una passeggiata con la sua nuova macchina». Dopo un giro per le vie di Manduria, il ragazzo decise di imboccare la strada archeologica che s’immette sulla Manduria-Lecce. «All’altezza di via Mandorra – scriveva il giornalista – la strada compie una sensibile curva». E’ stato qui che il giovane conducente «forse per la brecciolina o forse per un po’ di velocità» uscì fuori strada «cozzando contro il muro di una abitazione vicina, capovolgendosi» e provocando la sua morte.
La descrizione del ragazzo deceduto
Il giornalista decise di terminare il suo articolo fornendo ai lettori una piccola descrizione del povero ragazzo, scrivendo che era «orfano di padre e figlio unico» e che «era stato colpito in tenera età dalla poliomielite». Inoltre, «aveva l’obbligo della frizione a mano e curava con tanto amore la sua macchina».
Antonio Dinoi
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