Ferragosto è finito. Al mare o in montagna la tradizione è stata rispettata:divertimento, abbuffate di cibo e di selfi.
La tradizione, così si dice, ogni ferragosto si prende le sue vittime. Quest'anno ha esagerato. La tragedia di Genova, emblema di un'Italia che cade a pezzi, ha dato le sue vittime innocenti.
Alle vittime umane ,da troppi anni, ogni anno a ferragosto ,si associa una vittima di cui nessuno parla: l'ambiente. In una sola notte di divertimento, da troppi anni ormai, si consumano tonnellate di plastica usa e getta (piatti, bicchieri, cannucce, bottiglie....) proprio quella plastica accusata di far morire i fondali dei mari di tutto il mondo, la stessa plastica che entra nella catena alimentare, nel pesce o nella carne che nella notte di ferragosto abbiamo arrostito, in una sola notte vengono vanificati tutti gli sforzi di rispettare la raccolta differenziata perchè a ferragosto non possiamo pensare di fare la differenziata, il divertimento prima di tutto costi quel che costi, le abbuffate costi quel che costi.
La mattina dopo il solito spettacolo indecoroso, sacchi di plastica accumulati all'uscita dalle spiagge e dai boschi, (quando va bene), sacchetti selvaggi lasciati nelle campagne e saccheggiati da cani randagi in cerca di cibo.
Un vero schifo, ma a ferragosto divertimento costi quel che costi, abbuffate costi quel che costi. In un solo giorno di rito collettivo, dove si annullano le differenze tra Nord e Sud, tra chi lavora e chi un lavoro non lo trova, noi esseri consumatori dell'età post moderna siamo chiamati, appunto, a rispondere ad un solo imperativo: consumare.
All'ambiente e a tutte le sue emergenze poi ci pensiamo, se ci pensiamo. Se si continua così a ferragosto non avremo solo vittime umane perchè cadono i ponti, se si continua così saremo tutte vittime e non solo il giorno di ferragosto.
Almerina Raimondi
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