Ciao, sono Clara, ieri mi hanno tamponato, non è successo niente e più o meno sorridendo sono andata via.
In troppi mi hanno detto che ho sbagliato, che avrei dovuto svenire, morire, chiamare l’ambulanza, cercare danni, rovinare il signore distinto e le sue illazioni su noi di Taranto.
Nel 1996 sono stata investita come si deve da un altro buon padre di famiglia, che però ebbe la prontezza di accelerare e andarsene, con tanto di prole in auto, omettendo soccorso e buonsenso.
Il Fondo Vittime della Strada non ha risarcito cinque anni di ferraglia, di mondo fuori dalle finestre di un ospedale, stampelle, operazioni in giro per l’Italia, riabilitazioni e il dolce soprannome di Robocop per tutto il liceo. Non ha risarcito dieci anni di nongonna, paturnie varie, di jeans al mare, di far l’amore con i calzettoni, di sport che amavo tanto, né la terapia per riuscire a fare questa foto oggi, dopo più di vent’anni.
Il fondo di garanzia, che sarebbe un bellissimo strumento di civiltà, non risarcisce perché viene depredato da chi è più furbo, da chi si rompe un’unghia in casa e si butta in strada dicendo che qualcuno gli è passato sopra in macchina e prende 75.000 euro per danni morali.
Il fondo lo paghiamo tutti con una quota dei nostri premi assicurativi, per legge. I 75.000 euro che vanno al furbo sono nostri e dovrebbero andare alle vittime della strada.
Non ditemi mai più che dovrei simulare un colpo di frusta quando non è successo niente, vi prego. Non ditemi mai più che dovrei sottrarre un’ambulanza, ore di pronto soccorso e degli esami costosi a chi si è fatto male veramente e che se la smazzerà da solo per il resto della vita.
E magari non fatelo, visto che vi riempite la bocca e le campagne elettorali della furbizia degli altri e mai della nostra.
Clara Abatangelo
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