Parlatano, il decano della toga e della politica si racconta a La Voce

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Parlatano, il decano della toga e della politica si racconta a La Voce | © n.c.MANDURIA - L’avvocato Pier Luigi Parlatano nasce a Manduria il 30 novembre 1931, consegue la maturità classica al liceo “Palmieri” di Lecce, e poi la laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Bari. Comincia così la pratica professionale come praticante procuratore legale nello studio del padre Davide, anche lui avvocato e nel 1968 si iscrive nell’albo forense di Taranto e nel 1977 diviene avvocato patrocinante in cassazione. Il 5 gennaio 1982, in considerazione di particolari benemerenze, riceve dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, l’onorificenza di cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica italiana. Nel 2005 viene insignito della toga d’oro presso il tribunale di Taranto (titolo vantato anche dagli avvocati manduriani Franco De Laurentiis, Nicola Gigli e Michele Duggento). Decidiamo di incontrarlo e farci raccontare la sua storia in quanto è il manduriano che indossa la toga da più tempo. Avvocato, come nasce la sua passione per il diritto? La passione per l'attività forense è una caratteristica che fa parte del mio patrimonio genetico. Mio padre si occupava di diritto, mio nonno era un avvocato di grande esperienza e riconosciute doti professionali, e così il mio bisnonno e i miei trisavoli. Io rappresento l’ottava generazione di una famiglia di avvocati e mio figlioDavide rappresenta la nona generazione. Pertanto tale patrimonio di principi e la passione per il diritto mi sono state trasmesse quasi in via ereditaria e poi mi sono appassionato grazie ai casi che mio padre mi raccontava. Ho studiato all’Università di Bari e, a distanza di pochi giorni dalla mia laurea, discussi il mio primo processo. A ciò si sono poi aggiunti gli insegnamentida parte di mio padre, che persi a 4 anni dalla laurea, oltre all’incredibile passione per il diritto, nonché alle prime esperienze lavorative con ottimi professionisti, tra cui gli avvocati Cassinelli e Madia di Roma. Qual’è stato il successo professionale che ricorda con piacere? In 60 anni di professione potrei senz'altro citare parecchi successi in controversie importanti, ma forse quello che sarà più noto a Manduria e che i cittadini ricorderanno per il clamore suscitato è quello del vino all’etanolo che vide coinvolto un manduriano. In quel processo io rappresentavo e difendevo come parte civile il Comune di Manduria. Il processo si tenne a Milano, l’imputato fu condannato con un cospicuo risarcimento nei confronti del comune di Manduria. In quel processo ricordo che la mia arringa fu la prima ad essere discussa. Quale strumento ritiene indispensabile per la professione? E’ necessario avere una rocciosa fibra morale, un amore sviscerato per la verità e il culto della libertà. Non vi debbono essere dei cedimenti morali. Libertàsignificalotta,sacrificio, fatica, studio e lavoro. Significa rispetto di sé, degli altri e delle leggi e rende completo l’uomo, l’avvocato. A ciò si aggiunge passione, eloquenza ed intuito. Io continuo ad esercitare con passione e volontà. Ci descrive la sua giornata di lavoro? E' difficile descrivere una giornata tipo, perché ogni giorno è diverso dall'altro. Una cosa è certa, le mie giornate iniziano molto presto, in quanto mi piace sfruttare le prime ore della mattina per concentrarmi su quelle attività che richiedono maggiore tranquillità o per concentrarmi sulle discussioni. Il resto della giornata è connotato da ritmi sempre molto incalzanti per garantire ai clienti risposte ed assistenza immediata, per assolvere alle molteplici attività di gestione dello studio ed alla continua attività di formazione ed aggiornamento professionale. Il tutto senza dimenticare le frequenti trasferte professionali in tutti i tribunali di Italia.La professione dell’avvocato non ha orari e si è sempre reperibili. La chiusura delle sedi distaccate e il processo telematico hanno giovato al professionista e al privato? Io appartengo ad un’altra generazione, dove il mezzo cartaceo faceva da principe. Sicuramente le innovazioni come il processo telematico giovano, il problema sta nel tempo che ci si impiega a recepirle, ad immagazzinarle e a farle proprie. Purtroppo ogni innovazione stravolge l’abituale corso cui un avvocato era solito ritrovarsi e l’iniziale disagio può essere avvertito anche dal cittadino fin quando anche il privato riesce ad entrare nell’ottica dello sviluppo moderno. Una volta i processi penali erano caratterizzatidalla brevità: cominciavano e finivano in giornata. Nello stesso giorno venivano ascoltati i testi e discusse le arringhe. Per ogni processo il magistrato si ritirava in camera di consiglio e poco dopo leggeva la sentenza in aula. Le udienze civili duravano non più di sei mesi. Tante cause si concludevano così con risparmio di tempo e di costi. Oggi le lungaggini processuali caratterizzano il nuovo processo, le attese sono tante per i privati e per gli avvocati. Pertanto mi sento di direai giovani avvocati che dovranno svolgere la professione forense guardando al passato e proiettandosi nel futuro: si fa l’avvocato solo se si ha volontà, se si lotta e se si ha passione, senza mai dimenticare che il loro ruolo è quello di missionari dei propri clienti. Una passione al di fuori dell’aula di tribunale Ho molte passioni, ma in particolare sono un appassionato di cani, di auto edi libri. Amo leggere molto, aggiornarmi in continuazione. Oltre a fare l’avvocato, in passato si è anche occupato di politica occupando posti di amministratore nel partito di Giorgio Almirante, Msi. Ci si ritrova nell’attuale politica locale e nazionale? Io non mi riconosco nella politica attuale.Sono uomo di destra ed ho combattuto le migliori battaglieincruente politiche con Almirante, Sponziello, Clemente Manco. Attualmente osservo, ascolto ma non sposo alcuna idea in particolare. Rilevo che attualmente mancano le ideologie e conseguentemente il rispetto delle proprie e delle altrui idee. Sono fiero di quello che politicamente sono stato, distinguendomi nelle file di destra e avanzando le mie candidature alle elezioni provinciali, alle regionali e al parlamento. Ha mai stimato un politico di idee opposte alla sua? Ogni avversario politico corretto gode sempre di stima solo per il fatto che stia lottando coerentemente per le proprie idee. Pertanto provo una profonda stima per tutti gli avversari politici.Ricordo con piacere, ad esempio, Cosimo Raimondo, Nando Fiorenza, Sergio Sergi, Giancarlo Valente e comunque il mio pensiero va a tutti i miei avversari politici. Sara Piccione

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