Venerdì, 26 Aprile 2024

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C’è un nuovo allarme che dovrebbe preoccupare gli ambientalisti e le popolazioni che nutrono dubbi sulla bontà del depuratore a Urmo-Specchiarica

Depuratore, gli allarmi di Curri sui buffer a Urmo

PROGETTI DEPURATORE PROGETTI DEPURATORE | © La Voce

C’è un nuovo allarme che dovrebbe preoccupare gli ambientalisti e le popolazioni che nutrono dubbi sulla bontà del depuratore a Urmo-Specchiarica. Ad innescarlo sono state le specificazioni tecniche sulla nuova progettazione dell’impianto in fase di approvazione della Valutazione di impatto ambientale (Via), messe in luce dall’ingegnere Antonio Curri. Il tecnico, che evidentemente si è studiate le carte del progetto, ha fatto notare che il famoso “buffer 2”, vale a dire quello che dovrebbe fungere da recapito finale di tutti reflui altrimenti non utilizzabili per gli usi previsti (irrigazione, lavaggio strade), avrà comunque uno sfogo di emergenza, qualcosa insomma, che assicuri una via di fuga ai reflui in eccesso. L’ingegnere nella sua analisi spiega in maniera chiara e comprensibile a tutti come dovrebbe essere questo “scarico d’emergenza”: «i “biolaghi” – scrive parlando dei buffer -, avranno perimetralmente delle “trincee disperdenti” per lo sfioro dell’acqua in esubero». Non sarebbe altro, insomma, del già noto “ruscellamento” verso il mare quando il buffer era previsto nella conca naturale dello “Iazzu di Specchiarica”. Questa volta, però, la nuova ubicazione del “buffer 2” sposta più nell’entroterra il problema, precisamente a ridosso degli impianti del depuratore, proprio sotto la zona residenziale di Urmo Belsito.

A parte tutte le problematiche odorigene inevitabili per tali impianti (si ricorda che nelle vasche di zona Urmo arriveranno delle fognature di Manduria e Sava i liquami “crudi” non ancora depurati, non si comprende come i progettisti abbiano potuto ipotizzare un possibile e non evitabile sversamento “dello sfioro dell’acqua in esubero». E questo si potrà verificare, come ammettono gli stessi autori del progetto, per almeno 14 volte in un anno, nei casi di forte pioggia, e almeno una volta all’anno in caso di guasto o mal funzionamento dell’impianto a monte. Inutile dire che in quest’ultima congettura, non prevedibile ma possibile, «lo sfioro» non sverserebbe acqua piovana o reflui depurati, ma i liquami crudi provenienti direttamente dalle fogne di Sava e Manduria.Altri problemi sollevati sempre dall’ingegnere Curri riguardano gli espropri dei tratti di strada non pubblica per il collegamento dal vecchio al nuovo depuratore che non sarebbero stati previsti nel progetto e l’interferenza delle tubazioni che collegheranno i buffer ella vasca Arneo e al depuratore, con il reticolo idrografico che alimenta il fiume Chidro. Una compromissione di questa delicata rete di falde sotterranee potrebbe compromettere irrimediabilmente la portata del Chidro.

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