Istituto Einaudi | © Google«Non si è trattato di bullismo ma di una lite tra coetanee per futili motivi». La dirigenza dell’Istituto tecnico Luigi Einaudi declassa quello che era stato descritto come un caso di bullismo, in un banale diverbio tra ragazze. «Il nostro istituto – si legge in una nota della scuola - ha già provveduto ad ascoltare le studentesse e iloro genitori per accertare la dinamica dei fatti ed assumere eventuali provvednncnt1 di censura del comportamento che a ha a che fare con il bullismo», precisa la dirigente scolastica che si dice preoccupata e rammaricata per la brutta piega che ha preso la vicenda che offre una immagine distorta dell’istituto stesso. «Tenere i riflettori accesi sul fenomeno del bullismo da parte della stampa – dichiara la preside Elena Cavallo -, costituisce azione meritoria, ma probabilmente – aggiunge la dirigente riferendosi ad alcuni articoli di testate baresi e tarantine che hanno enfatizzato troppo la notizia (“Bullismo: ragazza picchiata a sangue dalle sue compagne di scuola”, titolava ad esempio una di queste) – la penna è sfuggita nella stesura dell’articolo che indica generalizzazioni sulle funzioni che dovrebbero svolgere gli adulti, le istituzioni e le società in senso più ampio». Sinceramente provata dal clamore assunto dalla vicenda ma non per questo disposta a sottovalutare il problema, la preside Cavallo assicura che le azioni educative dell’istituto «sono indirizzate a cogliere tutti i segnali che possono costituire espressioni di disagio e malessere degli adolescenti ed anche in questo caso – conclude - si è prontamente intervenuti». La lite tra ragazza, come è stata definitivamente inquadrata, soddisfa anche le forze dell’ordine che in un primo momento avevano mostrato interesse investigativo ritenuto pertanto superfluo.
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