Appunti di Elisa springere
È deciso. La casa in via Dei Mille 25 a Manduria dove la ex deportata nei campi di concentramento nazisti Elisa Springer ha vissuto per più di 50 anni, diventerà luogo pubblico per visite evocative. Il comune di Manduria ha concluso un accordo con il proprietario dello storico immobile che concederà in locazione il solo piano terra di 32 metri quadrati per un prezzo concordato di 500 euro mensili. Il contratto, già sottoscritto dalle parti, avrà una durata di sei anni eventualmente prorogabili.
L’amministrazione Pecoraro, si legge nell’atto reso pubblico ieri, intende in questo modo «offrire un’opportunità di crescita culturale nonché la fruizione e godimento da parte della collettività di un bene che rappresenta un importante luogo di memoria tra l’altro legato a eventi storici di rilevanza mondiale».
Resta da capire ora chi gestirà la casa-museo della Springer e cosa conterrà. Il proprietario manduriano quando l’ha acquistata dagli eredi Sammarco-Springer circa due anni fa, la trovò ancora con parte di vecchi mobili e una quantità impressionante di oggetti di vita quotidiana e soprattutto di appunti scritti dalla donna naturalizzata manduriana resa famosa in tutto il mondo dal libro “Il silenzio dei vivi”, una drammatica testimonianza della sua prigionia, pubblicato in Italia e tradotto in diverse lingue.
I manoscritti e gli oggetti appartenuti alla Springer sono un patrimonio di valore storico nelle mani del privato sul cui futuro al momento non è dato sapere. La determina del contratto di locazione non contiene particolari di questo genere. Intanto vi proponiamo in esclusiva uno di questi cimeli scritti da Elisa Springer che La Voce di Manduria è riuscita a fotografare nella sua casa di via Dei Mille 25 riaperta dopo tanti anni. Questo il testo dello scritto di suo pugno. «Vorrei che il mio Silenzio fosse parole in un mondo dove tutti gridano, vorrei fosse voce per tutte le vittime innocenti sparite nel buio dell'indifferenza».
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2 commenti
Mm
sab 27 aprile 16:11 rispondi a MmIn parole povere il comune in sei anni paga un fitto di 36.000,00 € . Se non sbaglio più o meno il valore di mercato del bene. Mi complimento per l'affare col proprietario. Quanto nei fatti mi rammenta un vecchi motto locale: "Acchia fessi e inchiti li visazzi"
Alfonso
ven 26 aprile 10:27 rispondi a AlfonsoSe l'amministrazione comunale Manduriana fosse stata più attenta e lungimirante avrebbe dovuto fare in modo che non venisse venduta a privati. Bisognava coinvolgere i proprietari e far si che diventasse bene comunale. Ora c'è da dire solo che chi l'ha acquistata di cero ha fatto un affare perchè aldilà del fitto avrà sempre la possibilità di dettare legge anche in futuro.