Ancora un consiglio comunale monotematico sul futuro dell’ospedale Giannuzzi e ancora una volta la passerella dei politici regionali. Ma perché preoccupa questa attenzione apparente alle sorti del nosocomio messapico? E perché ogni volta si ripropone lo stesso scenario: “va tutto bene, non allarmatevi, l’ospedale avrà un futuro, più o meno radioso”, quando gli operatori sono chiamati continuamente ad un carico di lavoro straordinario, e i dati sull’emigrazione sanitaria dal territorio e l’esperienza quotidiana dei cittadini dicono che il bisogno di salute della popolazione non trova la dovuta soddisfazione e il necessario conforto. Tanti pareri diversi ma nessuno che affronti la questione fondamentale: la necessaria presenza dell’ospedale Giannuzzi, ossia un luogo di ricovero per le cure delle patologie acute in un territorio con oltre 130mila abitanti all’incrocio tra le tre province salentine, è o non è strategica? E se sì, soddisfa o meno il bisogno sanitario del territorio?
Al primo quesito nessuno ieri ha detto di no, tutti riconoscono la centralità del presidio e lodano l’impegno encomiabile degli operatori durante la pandemia, ma stranamente quando bisognava tagliare la spesa sanitaria regionale nel 2017, l’unico ospedale a retrocedere al livello più basso è stato quello di Manduria, l’unico ad avere visto chiudere l’UTIC e la Cardiologia , l’unico periferico ad essere stato totalmente Covid, ed è quello costretto a dover ricorrere massicciamente alle guardie notturne a gettone. Alcuni sono stati più sinceri, hanno detto che tutto l’assetto sanitario sarà rivisitato fra pochi anni con l’entrata in funzione del San Cataldo e che bisogna guardare ad un futuro diverso del Giannuzzi, trasferendo il bisogno strategico di un ospedale per le patologie acute alla possibile riconversione in presidio futuro per patologie croniche come sono ormai Massafra, Mottola e Grottaglie.
Rimane l’interrogativo iniziale: Manduria sarà nei prossimi decenni sede di ospedale o diventerà presidio territoriale? Non è una questione campanilistica, ma è la necessità di stabilire se la politica regionale ha deciso che l’organizzazione ospedaliera della provincia ionica nei prossimi decenni può contare su un ospedale centrale di 2° livello e tre periferici di 1° livello, tra cui quello di Manduria per la parte orientale, oppure no.
Sembrerebbe che l’assessore Lopalco abbia risposto positivamente, l’Ospedale di Manduria sarà potenziato e fornito di ciò che manca e che l’essere di base è solo una formula che può essere rivisitata nel tempo fatto salvo la mancanza cronica e diffusa di medici specialisti nelle diverse discipline. E allora quando si comincia a coprire i posti dei primari che mancano? Quando si spostano le necessarie risorse umane per riaprire la cardiologia seriamente? Per completare l’organico della Radiologia, del Pronto Soccorso, dell’Ortopedia, della Nefrologia e della Terapia intensiva? Di avviare le Unità operative dell’endocrinologia, della neurologia che erano state prospettate nel Piano sanitario regionale del 2017? Spetta all’amministrazione comunale svolgere il ruolo severo di verificatore del cronoprogramma di potenziamento e della volontà politica regionale a dare un senso a tutto ciò che ieri è stato promesso nell’aula consigliare di Manduria. Altrimenti sarà stata solo passerella.
Salvatore Piccinni, dirigente medico Asl Taranto
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3 commenti
Biagio Palummieri
ven 22 ottobre 2021 05:54 rispondi a Biagio PalummieriCaro Totò, tu credi ancora alle favole.
Pietro Sicara
ven 22 ottobre 2021 09:26 rispondi a Pietro SicaraQuando si gioisce per il fallimento politico di una giunta, a prescindere dal colore di appartenenza, bisogna poi ricordare questi eventi....se una città non ha un governo forte, verrà sempre sopravanzata da altre con progetti anche politici ben definiti....vedere Grottaglie, Mesagne....chi spera di tornare al voto, non vuole il bene di Manduria!
Enzo
ven 22 ottobre 2021 01:37 rispondi a Enzo-“....chi spera di tornare al voto, non vuole il bene di Manduria!” Lei dice che: Dobbiamo soffrire lentamente ???