Questa ennesima vicenda di maltrattamenti, sfociati nell’estremo gesto, ci fa capire che il tarlo della violenza continua a scavare nell’animo di chi evidentemente ignora di avere un problema nello stare civilmente e umanamente al mondo. Questi soggetti spesso, messi di fronte all’evidenza, negano di avere bisogno di sostegno psicologico, convinti che il loro agire non sia grave e non porti a conseguenze tragiche. Quindi di norma rifiutano di curarsi, di incontrare psicoterapeuti. Le donne e i figli, loro vittime, il più delle volte sono soli, inermi, deboli nel difendersi dall’abuso, materialmente, psicologicamente, culturalmente. Le istituzioni dovrebbero costantemente promuovere, anche attraverso i medici di base ad esempio, servizi e meccanismi di tutela perché il “mostro”, a sua volta, dovrebbe avere l’opportunità di salvarsi da se stesso, dal male inflitto alle persone con cui si rapporta di frequente, la famiglia soprattutto. Si vive un calvario accanto a queste persone.
Le donne in difficoltà devono chiedere aiuto subito, senza esitare e senza sperare che le cose possano cambiare, il carattere complicato di alcuni uomini non cambia col tempo. Esiste un centro antiviolenza a cui tutti possono rivolgersi per farsi aiutare. Aspettare sperando che le cose cambino può portare alla morte!
Ricordiamoci che siamo in Italia e che le cose funzionano al contrario o non funzionano proprio. Quante donne hanno avuto il coraggio di denunciare? Quante donne nonostante si siano affidate alle forze dell’ordine hanno avuto come risposta: signora se non fa niente di concreto purtroppo non possiamo fare nulla. Quante donne nonostante siano state picchiate e sti porci messi in carcere, sono morte comunque per mano loro? Cara voce di Manduria, la prima cosa che deve cambiare è la legge italiana. Basta con queste puttanate che uno uccide ma non è in grado di intendere e volere.
Troppe leggi aggirate con l’aiuto di certi avvocati e le conseguenze le paghiamo noi donne vittime di violenze. Bisogna sradicare la mentalità maschilista esistente da secoli. Basta con questa farsa. Gli uomini, non tutti fortunatamente, sono da rieducare con le dovute punizioni. Carcere a vita.
Mi piace il punto che sottolinea il patriarcato in tutte le sue forme, anche quando una donna si reca a denunciare, in Italia diventa vittima di patriarcato, cioè di quel sistema che ancora mette al primo posto la figura maschile tanto da mettere subito in dubbio quello che si sta denunciando scoraggiando molte donne a recarsi proprio a fare denuncia per paura di non essere credute.
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