La Sede locale di Archeoclub d’Italia, che, come noto, annovera tra i propri scopi statutari anche la tutela e la valorizzazione dei Beni Paesaggistici, ha sin dall’inizio manifestato netta contrarietà alla realizzazione della Strada Regionale 8 Talsano-Avetrana, intervenendo in tutte le sedi e le forme previste dalla legge, in ottemperanza al proprio ruolo di portatore di interessi diffusi. Ha fatto ciò collaborando con altre realtà associative del territorio, tra le altre, il locale Circolo di Legambiente; proprio su sollecitazione di quest’ultima, alla fine del novembre 2020, abbiamo presentato ulteriori osservazioni all’ultima variante del progetto, evidenziando, relativamente al nostro territorio, criticità talmente gravi da indurci a chiedere l’interruzione del percorso stradale nel territorio di Torricella.
Preliminarmente, infatti, abbiamo evidenziato che la suddetta strada risulterebbe un inutile doppione rispetto a percorsi già esistenti, come la SP 130 Torricella-Maruggio e la SP 141 “Tarantina” Maruggio-Avetrana, sulle quali insiste scarsissimo traffico, anche nei mesi estivi, al contrario di quanto accade sulla parallela, 9 Km a nord, St 7T er, congestionatissima, alla quale al contrario sarebbe indispensabile affiancare una nuova arteria: la mai completata ( da oltre 40 anni) Bradanico-Salentina. Sulla parallela a sud, strada Litoranea Jonico-Salentina, inoltre, non si verificherebbe alcun alleggerimento del traffico automobilistico, come ottimisticamente previsto dai progettisti, in quanto determinato dalla presenza di veri e propri quartieri, sorti numerosissimi a monte e a valle della stessa, con migliaia di abitazioni singole e relativi servizi.
Rinviando alle osservazioni puntuali presentate, da ultimo in data 21/ 11/ 2020, ribadiamo inoltre quanto segue.
L’infrastruttura in oggetto rappresenterebbe un grave vulnus per il paesaggio, da qualche anno risultato molto attrattivo per un turismo di qualità, con l’abbattimento di ulivi secolari, muretti a secco, manufatti rurali. Essa sarebbe al contrario di ostacolo allo sviluppo di un turismo sostenibile e, di conseguenza, alternativo all’uso dell’automobile, secondo le tendenze che vanno affermandosi in Europa e in Italia.
Ulteriore consumo di suolo ( presumibilmente 600.000 m.q.), in un territorio già eccessivamente antropizzato ed infrastrutturato, ne sconvolgerebbe ancor più l’assetto idrogeologico, provocando nel contempo distruzione della vegetazione spontanea ( macchia mediterranea) e della fauna selvatica. La presenza lungo il percorso di una Riserva Regionale, di aree sottoposte a vincolo idrogeologico e da vincolo paesaggistico derivante dal PPTR ( si ricorda en passant che proprio quest’ultimo ha posto limiti di inedificabilità assoluta su terreni posti lungo il tracciato), di aree percorse dal fuoco, dovrebbe di per sé rappresentare un ostacolo insormontabile alla realizzazione della strada. Ricordiamo infine la presenza, lungo entrambi i lati della SP Tarantina, di insediamenti neolitici, già oggetto di studio da parte della Soprintendenza Archeologica di Taranto, i cui reperti sono esposti presso la Torre medievale di Avetrana.
Ad oggi non sappiamo se e in che modo le nostre osservazioni siano state prese in considerazione e, se sono state indette Conferenze di Servizi, certo la nostra Associazione ( attiva a Manduria da oltre 30 anni) non è stata ritenuta abbastanza importante da esservi invitata. Riteniamo, ciononostante, nostro dovere ribadire, a chi ha il potere di decidere, la contrarietà nostra e di coloro che rappresentiamo, alla realizzazione dell’opera.
Per Archeoclub d’Italia, sede di Manduria, la presidente Anna Maria D’Andria
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1 commento
Enzo
lun 1 marzo 2021 07:51 rispondi a EnzoBravissima Sig.ra Presidente!! Parole giustissime, ... in fondo, è la realtà !!